Le squadre di calcio, qualunque sia la categoria di loro competenza, possiedono una metaforica spina dorsale, un asse verticale che solo se solido e coordinato alla perfezione può dare all’intero “organismo” concrete possibilità di primeggiare sull’avversario di turno. Abbiamo così pensato ad una rubrica ad hoc che ci permettesse di intervistare quattro fondamentali tasselli della “colonna vertebrale” in campo (più guida tecnica, dirigenza e presidenza) dell’USD Bitonto Calcio, che ha fatto sognare i suoi tifosi fino al primo gradino delle scale che portano al paradiso pallonaro chiamato Serie C, a tutti noi ancora sconosciuto.
Dopo il campo – vale a dire i pensieri e le parole dei calciatori – e la panchina, nell’eccelsa figura dell’ex allenatore neroverde Massimo Pizzulli, è giunto il turno della scrivania o, se preferite, del massimo rappresentante (stando ai gradi) di quella “squadra nella squadra” che quotidianamente assiste, collabora, consiglia, supporta e sopporta il Presidente Rossiello. Talvolta dietro le quinte, all’occorrenza mettendoci la faccia in prima persona. Stiamo parlando di Antonello Orlino, dirigente di lungo corso ormai prossimo alla “decade”, ufficialmente Vice-Presidente del Bitonto Calcio ma nella realtà dei fatti molto molto di più di una semplice spalla… Bando alle ciance e buona lettura, Gente!
Il Campionato 2018-2019, dopo tre stagioni di fila culminate con altrettante promozioni alla categoria superiore, si è chiuso con la disputa dei playoff di Serie D: in pratica, l’ennesimo bilancio sportivo chiuso nettamente in positivo dalla gestione Rossiello-Orlino-Rubini (e Mancazzo, finché non si è interrotta la collaborazione con lui). Risorse economiche a parte, quali sono i fattori-chiave che permettono ad una realtà calcistica come la vostra di rimanere costantemente “sulla cresta dell’onda”?
“Sicuramente fa moltissimo il fatto che siamo in tanti e tutti operativi. Dietro la squadra che scende in campo c’è una macchina di persone che ci tengono davvero, senza montarsi la testa, nonostante siamo partiti dalla Terza Categoria e oggi siamo in D. Siamo arrivati fin qui con infinita passione e notevoli quantità di tempo dedicato alla causa. È vero che da qualche anno c’è l’apporto economico fondamentale di Francesco Rossiello ma è anche vero che i soldi si possono spendere male e non ottenere risultati sportivi degni di nota. I fattori-chiave sono, insomma: polso della situazione, ottimizzazione delle risorse umane e un Presidente circondato da collaboratori che remano dalla stessa parte per utilizzare al meglio ciò di cui si dispone”.
Parlando di te in particolare, l’anno prossimo compirai i 10 anni “pieni” tra le fila del Bitonto Calcio (prima come Omnia, poi come USD), costituendo ad oggi l’ultima memoria storica rimasta in società, assieme al D.S. Leonardo Rubini. Cos’è cambiato e cos’è rimasto uguale, per voi dirigenti e per le squadre che si sono avvicendate nel tempo, dagli esordi sugli “sterrati” della Terza Categoria ai prestigiosi salotti della Serie D?
“È cambiata fondamentalmente la vita settimanale della squadra, dal martedì alla gara ufficiale della domenica. Dalle trasferte fatte in auto e dai due allenamenti a settimana siamo passati ad una gestione semi-professionistica. La passione e il piacere di vivere il calcio, lo spogliatoio, i rapporti all’interno dello staff dirigenziale, invece, sono rimasti identici. Mi diverto ancora tanto, anche se non ti nascondo che c’è adesso una notevole componente di fatica, stress, ‘lavoro’ legato alla difficoltà della categoria, poiché non ci si può più permettere di gestire la situazione a cuor leggero. Il tutto viene però ripagato quando ti siedi a vedere il Bitonto sulle tribune di quegli stadi carichi di storia…”.
Com’è collaborare da “Vice” con il Presidente Rossiello? Viene tutto naturale fra di voi o talvolta è meglio dargli ascolto senza contraddirlo?
“Collaborare con Francesco è bello poiché lui è una persona molto preparata anche dal punto di vista prettamente sportivo, purtroppo mi boccia gran parte delle proposte legate al marketing… (ride). Tuttavia, non essendo il tipo che demorde, continuo per la mia strada, perché gestisco io la parte ‘pubblicitaria’ di stadio e società, con relative sponsorizzazioni… Credo e spero di essere una risorsa importante non solo per lui ma anche per tutta la Bitonto sportiva!”.
Sappiamo tutti molto bene quanto sia importante in questa categoria il “parco under” di una squadra che mira ai piani alti della classifica. Come si stanno muovendo, in tal senso, i tuoi amici Rubini, De Santis e il neoarrivato Nicola Fumai?
“Tutta la società è ben consapevole dell’importanza degli ‘under’ in questa categoria, soprattutto se si vuole stare costantemente in zona playoff. L’anno scorso tanti giovani in rosa hanno fatto bene, in più abbiamo avuto l’exploit di Piarulli, oltre alle tante convocazioni ed all’esordio in D di Scarimbolo, a testimonianza del buon lavoro fatto con la nostra Juniores. Mister Fumai, Rubini e De Santis hanno già predisposto una serie di raduni selettivi con l’obiettivo di creare una Juniores competitiva anche per la prossima stagione e portare il numero più alto possibile di validi ragazzi tra le fila della truppa guidata da mister Taurino. Al di là dell’obbligo di schierare quattro ‘under’ ad ogni partita, vorremmo riuscire a inserire molti nostri giovani, in pianta stabile, in prima squadra. In generale, si cercheranno sul mercato profili con personalità ed esperienza (nel senso relativo del termine) che, nonostante la verde età, sappiano comportarsi da ‘senior’ fin da subito, senza patire troppo il passaggio dal calcio giovanile ad una categoria complicata come la nostra, bazzicata da tanti ‘vecchi volponi’…”.
Queste prime settimane di mercato stanno parlando molto chiaramente: il Bitonto proverà a sorprendere di nuovo. Secondo voi, ciò avverrebbe già confermando o solo migliorando il quarto posto con record di punti dello scorso Campionato?
“Per come si stanno muovendo le altre squadre, riuscire a fare un campionato rimanendo sempre attaccati alle prime e confermare il quarto posto sarebbe già un successo, secondo me. Però, conoscendo bene il Presidente, sicuramente non la pensa come me e non lo riterrebbe sufficiente. Bisogna vedere come continueranno a muoversi le altre pretendenti per i piani alti, aspettiamo ancora un po’…”.