Lo sport come metafora di vita. Lo sport come obiettivo della stessa, genesi e manifestazione della propria essenza, delle proprie potenzialità. Lo sport come veicolo di emozioni. Lo sport come strumento per modificare il reale, come mezzo per poter costruire e affermare saldamente la propria identità, come il luogo astratto e concreto allo stesso tempo in cui tutto converge e da cui tutto ha origine. Lo sport come intervento educativo, culturale, sociale. Lo sport come via privilegiata di emancipazione da se stessi, dai propri preconcetti e dalle barriere che il mondo, troppo spesso, costruisce senza demolire.
Tutto questo e tanto altro ancora è lo sport, quello paralimpico, per Simone Colasuonno, atleta originario di Palo del Colle e bitontino d’adozione. Classe 1997, Simone è una promessa dell’atletica nel panorama italiano della Polisportiva Paralimpica Elos “Michele Cioce” di Bitonto, già Centro di Avviamento allo Sport Paralimpico (CASP), l’unico nella regione Puglia. «La mia storia inizia quando avevo 16 anni, a scuola. Frequentavo l’ITC “Vitale Giordano” di Bitonto e fu Cosimo Demichele, docente di Scienze Motorie, assieme a Vito Sasanelli (Direttore Sportivo della Polisportiva Paralimpica Elos di Bitonto, nda), ad accorgersi delle mie potenzialità. Ho iniziato partecipando ai campionati di corsa campestre in ambito scolastico, fino a giungere a competizioni a livello nazionale nel corso di due o tre anni». Così, Simone racconta delle sue potenzialità da scoprire, che gli hanno dato la possibilità di iniziare il suo percorso nel mondo sportivo: «Nello stesso contesto scolastico mi sentivo escluso, percepivo di avere in corpo tanta energia e tanta adrenalina da investire in qualcosa di più grande», racconta il campione. «Poi, la fiducia che mi è stata data è diventata fiducia in me, nelle mie stesse capacità».
Simone Colasuonno è l’esempio di un giovane talento che una capillare, sinergica e tenace macchina associativa ha saputo cogliere e valorizzare: il suo cammino inizia in un contesto fortemente multidisciplinare, in cui ha la possibilità di cimentarsi in differenti attività sportive assieme ai suoi compagni di squadra, costantemente seguiti dai tecnici federali della ASD e C “Laureati in Movimento” di Bitonto e della Polisportiva Paralimpica Elos.
Ma è all’atletica che decide di dedicarsi, iniziando ad allenarsi anche a Palo del Colle con Giovanni Zaccheo, storica figura di riferimento nel campo, presidente della ASD “Fiamma Olimpia Palo”. Così, Simone si allena assieme agli altri atleti, competendo in contesti agonistici a livello locale e nazionale e portando a casa vittorie, medaglie e soddisfazione, a partire dal secondo posto ottenuto nel salto in lungo categoria Senior e al titolo di campione italiano nei 3000 mt piani categoria Senior ottenuti nell’ambito dei Campionati Italiani di Atletica Leggera Indoor FISDIR (Federazione Italiana Sport degli Intellettivo Relazionali), ad Ancona a marzo 2018, o alle due medaglie di bronzo ottenute nei 10000 mt categoria Open e nei 5000 mt categoria Open ai Campionati Italiani di Atletica Leggera FISDIR, a Firenze, nel maggio dello stesso anno. Un momento importante incastonato nel suo curriculum sportivo è quello della partecipazione all’Open Cross Country, il Campionato Europeo INAS di Corsa Campestre che nel 2019 si è svolto in Italia, a Carovigno, in provincia di Brindisi, teatro dell’importante manifestazione europea. In quell’occasione, Simone Colasuonno vi ha preso parte con la rappresentativa nazionale FISDIR nei 3000 e nei 7000 mt.
Già salito sul podio della Bitonto Run Bit One – maratona organizzata dalla società Bitonto Sportiva e che si articola in un percorso di 10 km lungo le vie della cittadina pugliese – Simone ha gareggiato, nel suo esordio assoluto in nazionale, confrontandosi con atleti paralimpici provenienti da tutta Europa. Un traguardo sul piano individuale e sportivo, una ricca occasione di crescita e di confronto in un contesto agonistico sano, multiculturale e stimolante. E anche in un anno difficile come quello che si avvia verso la conclusione, Simone ha imparato a esprimere il proprio universo continuando a correre, allenarsi e gareggiare, portando a casa titoli e medaglie: nell’ambito del Meeting Nazionale Indoor FISDIR, svoltosi ad Ancona nel mese di febbraio 2020, l’atleta di Palo del Colle si è dimostrato essere in forte crescita, portando a casa una prestazione notevole nei 3000 mt piani, al suo esordio stagionale. (9’25?94).
«Corro per me stesso, vivo per questo. E quando scendo in pista, mi sento finalmente invincibile», e questo lo ha dimostrato nel corso dei Campionati Italiani di Atletica Leggera FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) disputati allo stadio Armando Picchi di Jesolo, lo scorso settembre, gareggiando nella categoria T20: «Dopo dodici ore di viaggio per raggiungere Jesolo, sono immediatamente sceso in pista. Dovevo raggiungere i miei obiettivi».
Reclutato, per l’occasione, dall’ASD “SaSpo” Onlus Cagliari, il campione pugliese ha conquistato un oro nei 10000 metri – miglior prestazione mondiale stagionale – e portandosi a casa un secondo posto nei 5000 mt e un terzo posto nei 1500. «Correre per me non è solo competizione: è sacrificio, una sfida contro me stesso, con lealtà nei confronti degli altri concorrenti e degli stessi compagni con cui condivido gli allenamenti. E vivo la corsa con gratitudine, amicizia e stima nei confronti dei miei allenatori e dei miei insegnanti, a partire da Franco Bonasia (Presidente Polisportiva Paralimpica Elos di Bitonto) e Vito Sasanelli (Direttore Tecnico della Polisportiva Paralimpica Elos di Bitonto), a Giovanni Zaccheo (Presidente ASD “La Fiamma Olimpia” Palo del Colle) e Giacomo Bruno (Presidente Atletica Amatori Acquaviva)». Numerosi i titoli ad oggi conquistati, in una bacheca ricca di trofei, medaglie e riconoscimenti che l’atleta sfoggia con orgoglio: «Ma questo è solo l’inizio», afferma. «Mi alleno costantemente, ogni giorno, anche all’alba. In questo momento intendo prepararmi nei 3000, 5000 e 10000 mt. Correre significa, per me, dare un senso alla mia vita facendo ciò che ho scoperto essere il mio destino. In fondo, sono un ragazzo normale con un grande sogno: diventare un campione paralimpico e, magari, cambiare la mia realtà». Simone e i suoi compagni sono un esempio di come lo sport, paralimpico e non, possa configurarsi come mezzo e veicolo di emancipazione sociale, grazie alla spinta e al supporto di un tessuto socioculturale che lavora con dedizione e sinergia. Quella dell’associazionismo locale si configura essere, ancora una volta, risorsa preziosa e punto di riferimento per le comunità sportive. Una macchina ben oleata, i cui ingranaggi girano con determinazione ed entusiasmo, nei confronti della quale il sostegno e la disponibilità delle istituzioni è essenziale. E, a capo di un meccanismo così composito e variopinto, svettano coloro che sapientemente ne guidano il percorso, a livello umano, professionale e sportivo, per poter dare a ciascun atleta la possibilità di superare I propri limiti, di crescere e di rinascere assieme alla propria passione.