«Ho saputo della nomina solo questa mattina» ha precisato subito Marco Preverin, nuovo commissario dell’ASP Maria Cristina di Savoia, nel corso del suo primo incontro con i dipendenti.
Ieri il commercialista e revisore dei conti si è recato infatti a Bitonto per conoscere la struttura che ha trovato «grandiosa, molto bella, quasi troppo per essere un orfanotrofio».
«Conosco la situazione dell’ente per grandi linee e per quanto appreso dai giornali – ha confessato –, ma è noto il dramma che tutte le ASP stanno vivendo. Non sono in grado di fare promesse ma mi impegnerò al massimo per risolvere questa vicenda. L’augurio è di riuscire a raggiungere obiettivi che ci prefiggeremo». Insieme. Perché per uscire dalla crisi è necessario l’aiuto e la volontà di tutti, come dichiarato da Pierluigi Ruggiero, dirigente regionale competente in materia, accorso in città insieme al funzionario regionale, Giovanni Rotondi.
«Le discussioni sul passato sono inutili e superate – ha dichiarato Ruggiero –. Ora c’è bisogno di concretezza».
Il primo obiettivo sarà ovviamente risolvere il dramma dei dipendenti, che vantano 27 mensilità di stipendi arretrati. In un secondo momento, si procederà poi al rilancio dell’ente, a cui sarà legato il futuro dello stesso personale. Perché come comunicato al rappresentante sindacale di FLP, Michele Giuliani, il nuovo commissario metterà in discussione anche gli ultimi provvedimenti del consiglio d’amministrazione dimissionario, compresa la messa a disposizione dei dipendenti.
«Sarà necessario mettere ordine e verificare alcune azioni del personale, come le occupazioni di cui abbiamo saputo – ha rivelato il dottore –, per dare l’idea di un’azienda ordinata. Serve la disponibilità di tutti, altrimenti l’ASP chiude».
Al commissario poi la preghiera di «ordinare un cronoprogramma dei passaggi che dovremmo andare a fare». «Diamoci 10 giorni di tempo (poi diventati 7, grazie alle pressioni del consigliere Giuseppe Maiorano, dei dipendenti e dei sindacalisti, ndr), per permettere al commissario di valutare la situazione e procedere subito ad un incontro con il presidente dell’ambito territoriale e con una rappresentanza del comune di Bitonto».
Infine, un’avvertenza: «Noi possiamo impegnarci a mettere ordine anche a livello economico, ma dobbiamo dimostrare che sono soldi dati come corrispettivo per un servizio». Una frase che suona offensiva a chi per anni ha dovuto lavorare senza compenso. E i dipendenti i e i loro rappresentanti sindacali non hanno mancato di farlo notare. In particolare Giuseppe Zoli della CISL, molto critico proprio con Ruggiero.
«Mi aspettavo un impegno più concreto della Regione – ha lamentato il sindacalista –. Per chi non ha mangiato, 10 giorni sono un tempo infinito. Inoltre, ci vorrà tempo per il riordino, e non si sa come si potrà fare, visto che sono esclusi fondi regionali, comunali o provinciali, e prestiti bancari. Chi metterà i soldi? Perché senza non si rilancia nulla. E quanto tempo ci vorrà per ricevere almeno uno stipendio? Tutto il personale ha voglia di farvi fiducia, ma servono elementi concreti».
«Mi sembra di assistere ad una nuova puntata della stessa serie tv – ha commentato invece il rappresentante UIL, Davide Degregorio –. Sono sicurissimo che la scelta di Michele Emiliano sul commissario sia delle migliori. Finalmente non subiremo più lezioni accademiche di non professionisti. Ma al di là delle buone intenzioni, noi chiediamo, come sempre, una cosa semplice: un tavolo a livello provinciale, o di distretto, per discutere della ricollocazione dei dipendenti. Un altro impiego pubblico non è privilegio, ma tutela».
D’altronde, come assicurato da Antonio Lorusso di CGIL, «ci sono tanti Comuni che chiedono mobilità di personale di categoria B, come i dipendenti dell’ASP Maria Cristina di Savoia. Per non parlare dei lavoratori di categoria A che dovrebbe ricollocarsi subito».
Ma il comune di Bitonto, per bocca dell’assessore al Welfare, Gaetano De Palma, frena gli entusiasmi: «Il ricollocamento deve partire da professionalità richieste. Bisogna capire quali competenze occorrono agli altri enti».
Insieme all’assessore, presenti anche altri rappresentanti politici bitontini: l’assessore Rosa Calò e i consiglieri Giuseppe Maiorano, Pasquale Castellano, Massimo Lacetera e Carmela Rossiello.
La conclusione dell’incontro è stata affidata a Pierluigi Ruggiero: «A fianco al commissario, ci sarà tutta la struttura regionale, il dirigente e i suoi collaboratori. Ci impegniamo a creare delle tappe per cui ci fisseremo degli obiettivi. Raggiungeremo il traguardo finale, ma ora stiamo attenti a raggiungere un obiettivo alla volta».
Infine la preghiera, rivolta ai dipendenti, di sospendere lo sciopero della fame per permettere a tutti di lavorare in maniera più serena. Richiesta accolta dal personale che però ha già minacciato: «Se entro sette giorni non sarà convocato il primo tavolo, riprenderemo la protesta».