Si continua a discutere di
riforma costituzionale nella nostra città. Uno degli ultimi incontri ha visto
la partecipazione della senatrice Pd
Anna Finocchiaro, intervenuta venerdì scorso nella Sala degli Specchi
per spiegare le ragioni del Sì al referendum a cui saremo chiamati a votare il
4 dicembre.
«Bisogna discutere parlando del merito della riforma. Questa campagna
elettorale si è ridotta a una competizione fra ultrà del sì ed ultrà del no», ha detto Dario Ginefra,
deputato e coordinatore dei Parlamentari pugliesi del Pd. Dopo un’introduzione
fatta da Marco Tribuzio,
coordinatore del comitato di Bitonto per il Sì, in cui ha illustrato articolo
per articolo la riforma costituzionale, la senatrice Anna Finocchiaro ha
ripercorso la storia dei vari tentativi in cui, nella storia della Repubblica,
si è cercato di modificare il bicameralismo perfetto. E la parlamentare ha
sottolineato come già negli anni ’60 c’era stato chi (Perassi, con il suo
ordine del giorno) aveva avvertito del pericolo di un parlamentarismo che
avrebbe bloccato o impantanato l’attività delle due Aule.
«Questa
riforma – ha incalzato Finocchiaro – cerca di provvedere alle crisi del Parlamento e all’instabilità dei
governi. Si dice che è un atto di protervia del Governo, al contrario è frutto
del parlamentarismo e del Governo». Ha poi snocciolato quelli che
sono, a suo parere, i punti di forza
della riforma: il nuovo Senato come rappresentazione delle istituzioni regionali, l’accentramento di diverse materie che passano dalle Regioni allo
Stato (sanità, ambiente, infrastrutture) per risolvere i contenziosi Stato-Regioni
che negli ultimi anni hanno rappresentato il 70% del lavoro della Corte Costituzionale. A cui si aggiungono il referendum propositivo e l’obbligo di discussione in tempi certi delle
leggi di iniziativa popolare.
«Questa
riforma – ha concluso la senatrice – è il miglior compromesso possibile
nelle condizioni date. Guardiamola con gli occhi sgombri
dalla polemica politica. Il 5 dicembre vorrei trovare il mio partito tutto
unito, senza lasciare morti o feriti ai bordi delle strade».