Simbolicamente, il delitto più brutto fu la rosa recisa crudelmente. Era il segnale che l’oltraggio alla bellezza va in scena quasi ogni giorno, da queste parti.
Non è un caso che poi siano seguiti altri ignobili furti.
Ecco perché oggi ospitiamo la riflessione di un cittadino di Mariotto, anche giornalista, Vincenzo Fiore, esasperato dai numerosi assalti che vengono perpetrati ai danni delle campagne bitontine. Perché proprio non si riesce a capire che l terra potrebbe essere la vera fonte della nostra ricchezza e, invece, viene violata sistematicamente, per questo urgerebbe un controllo più diffuso e capillare delle nostre campagne.
Ma leggiamo l’interessante riflessione.
“A proposito dei danni alle campagne del territorio di Mariotto, borgo in provincia di Bari.
Le nostre rigogliose campagne sono la culla dell’uva di Troia che dà l’ormai famoso “nero di Troia”, sono la culla di splendidi uliveti nella varietà coratina da cui si ricava un olio meraviglioso e ricco di tantissimi polifenoli che producono quel “pizzicore” che è la sua forte ed elegante caratteristica, sono la culla di rigogliosi mandorleti che nella qualità “Filippo CEA” contribuiscono ad alimentare il settore dell’agricoltura mariottana, sono la culla di meravigliosi ciliegieti che rendono la primavera dei campi bella a osservarla.
Ma purtroppo è la culla di una delinquenza figlia di alcune “note famiglie” che si divertono a fare razzie di tutto quello che trovano davanti.
Dalla legna da vendere alle pizzerie, dai ferri utili a tenere in piedi reti di protezione, dai vari utensili per poter irrigare i campi, dai cancelli alle porte delle poche ormai casette di campagna, dalle pietre per poter migliorare l’aspetto delle mura di cinta delle proprie abitazioni, per non parlare del frutto pendente.
Voi non potete immaginare quello che accade quando è il tempo di raccogliere le mandorle, le olive, l’uva.
In questo periodo tantissimi produttori di ciliegie mettono a rischio la propria vita dormendo in macchina in mezzo ai ciliegi per sventare i furti di notte.
Insomma un inferno.
E credetemi, qui non sono sotto accusa “i migranti” o “cittadini stranieri” sono sotto accusa “famiglie italiane” che hanno nel loro DNA il furto.
“Famiglie” che fanno del furto il loro primo comandamento.
Cosa si potrebbe fare?
Controllare tutti i crocevia del territorio anche con l’installazione di telecamere e fermare tutti i vari “tre ruote” o “furgoni” che, come palle di ping pong, si aggirano per le nostre campagne per prendersi gioco del sudore e dei tanti e tanti sacrifici che vengono attuati per ricavare qualcosa alla fine dell’andata agricola.
Un capillare servizio d’ordine coadiuvato da ronde degli stessi agricoltori potrebbe quanto meno abbattere la percentuale dei danni e delle stesse rapine.
E qui serve la Politica, quella vera, che invece di accapigliarsi su “stronzate” e su “polemiche inutili” metta in campo un aiuto vero e reale alla nostra agricoltura.
Altrimenti qualche volta ci scapperà il morto e poi tutti si metteranno a piangere per purificare la propria coscienza.
Ma allora sarà troppo tardi, molto tardi…e le lacrime saranno solo lacrime di coccodrillo.
Un aiuto può darlo anche la “stampa locale” lanciando alto il grido di dolore dell’agricoltura mariottana.
Grazie, forse vi ho annoiato ma ho ritenuto giusto scrivere questo stato a seguito del primo sui danni subiti da me nel corso della notte scorsa…”.