La Cappella dei Misteri della Chiesa di San Domenico a Bitonto è tornata al suo splendore.
Tra gennaio e febbraio del corrente hanno si sono svolti i restauri dei dipinti murali a cura della Ditta Studio d’Arte, nelle persone di Giuseppe Zingaro e Valerio Jaccarino di Andria, il quale, sabato sera in occasione della presentazione dei lavori, ha mostrato le tecniche utilizzate ed evidenziato le criticità.
«I dipinti murali si presentavano in uno stato di conservazione assai precario, ricoperti da strati di vernici ossidate, fumo, polvere e depositi organici che occultavano la loro reale leggibilità. Abbiamo aperto delle finestre e utilizzato dei solventi adatti per la pulitura imbevuti in una polpa di cellulosa, consolidato con iniezioni di resina alcune parti del dipinto staccate, stuccato alcune lacune, fatto delle velature sotto tono, pulito le cornici in pietra e protetto il tutto con un prodotto adatto».
L’intervento è stato finanziato dall’Arciconfraternita del SS. Rosario, dietro previa autorizzazione dell’ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi Bari-Bitonto e sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari.
«E’ straordinario l’impegno –ha dichiarato la prof.ssa Rosa Calò, assessore ai Beni Culturali di Bitonto-, coltivato negli anni, dell’Arciconfraternita ad investire nell’arte. Attraverso la custodia e la valorizzazione del patrimonio custodito in questa Chiesa, mostrano il loro sentimento religioso. Tuttavia, questo ha valore anche civile perché la fruizione della bellezza artistica è un modo per condividerla con l’intera comunità e confermare la propria identità».
«Grazie alla determinazione di confratelli e consorelle questo tempio è diventato uno scrigno di bellezza».
La Cappella dei Misteri ha una storia antichissima, risalente al Medioevo. E’ nata come oratorio della Confraternita del SS. Rosario che al suo interno venerava l’immagine della Madonna, la cui statua –secondo un documento ritrovato dalla prof.ssa Carmela Minenna– è stata acquistata nel 1634.
Nell’età barocca, poi, è stato innalzato l’altare nel transetto e le statue di San Domenico e della Madonna del Rosario sono state trasferite nella Chiesa principale e la cappella è così diventata quella della Passione.
La sua storia è stata illustrata dal dott. Antonio Sicolo, esperto in beni culturali, il quale ha offerto numerosi spunti di ricerca a proposito dei dipinti murali all’interno della Cappella.
«L’affresco della passione sui cinque nicchi è stato realizzato da un anonimo pittore, anche se, in base a quanto scritto in un documento ritrovato dalla prof.ssa Minenna datato 1730, si possono fare delle supposizioni in merito: a Nicola Capurso di Andria e residente a Giovinazzo fu commissionata la realizzazione delle nicchie, in particolare pittura e disegno».
E’ rappresentato un angelo sorridente che regge in una mano un rocco di colonna e il flagrum –nonché lo strumento utilizzato per la flagellazione di Gesù Cristo- e al suo fianco un putto con in mano la canna di Ecce Homo che hanno lo sguardo rivolto verso le nicchie e in particolare il crocifisso. Questo che vediamo oggi è solo una riproduzione in cartapesta leccese dell’800. Dall’altra parte del dipinto e volto verso lo stesso punto, v’è un altro angelo reggente il velo della Veronica sulla quale è raffigurato il volto di Gesù, che, tuttavia, è sorridente e non addolorato per il cammino della passione. Tale particolare potrebbe avere un valore escatologico, in vista dell’imminente sua Resurrezione.
Il dott. Antonio Sicolo ha riscontrato per ciascun elemento del dipinto delle similitudini artistiche sottolineando che «la lettura del dipinto va fatta in totale continuità e considerando l’altare della passione come un unicum tra architettura, pittura e scultura. Sono contento di avere la possibilità di fruire e riscoprire tale bellezza nel percorso di scuola alternanza-lavoro presso il Liceo Classico-Linguistico “Carmine Sylos” di Bitonto con la prof.ssa Cavalluzzi».
In tale occasione, inoltre, è stata presentata anche la nuova base processionale di Maria SS. Della Misericordia, realizzata dagli intagliatori Alfonso e Virgilio Pizzoleo di Poggiardo su commissione della Confraternita Monte dei Morti della Misericordia. I lavori sono stati illustrati dal restauratore Valerio Jaccarino dalla fase del disegno sui fregi realizzati a mano a quella della doratura e lucidatura con la tecnica a guazzo con bolo giallo.
«Il nostro popolo –ha concluso il parroco don Francesco Micunco, responsabile sezione Beni Culturali dell’Ufficio Amministrativo dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto- tiene molto al suo patrimonio storico-artistico, che incarna anche un valore di fede perché permette di guardare alla Passione di Signore. Spero che tale sua cura venga perpetuata nel tempo».