Barletta-Bitonto, il derbyssimo della terza giornata di ritorno dell’Eccellenza, è una partita da dividere in tre fasi.
Nella prima, e cioè dal fischio iniziale al 20′ del primo tempo, si sentono forte i colori neroverdi perché i leoncelli nostrani, giunti nella città della Disfida con tanti cerotti (out Elia, Aprile, De Santis, Moscelli e Manzari, tra squalifiche e infortuni), approcciano bene al match, impostandolo e conducendolo, arrivando presto alla rete del vantaggio con la zampata del sempre prezioso Leonardo Terrone, dopo una bella combinazione Modesto-Sisalli e respinta goffa del portiere di casa.
A questo punto, inizia la seconda parte della contesa, che va dal 20′ al 75′. Il Bitonto a mezzo servizio e con una formazione atipica (Bonasia costretto solo a difendere che ad attaccare perché terzo uomo di difesa, Sisalli esterno sinistro, centrali di centrocampo Piperis-Giangaspero, che non hanno mai giocato assieme quest’anno, Modesto a fare il trequartista), si siede troppo, arretra il baricentro, ha la testa solo a contenere piuttosto che a offendere, deve subire le folate dei biancorossi, tutto cuore, testa, grinta e sacrificio.
Arrivano allora un paio di interventi salvifici di Addario, un salvataggio sulla linea di Giangaspero – ottimo il suo primo tempo, meno il secondo – due reti annullate ai padroni di casa, la traversa di Berardi, l’espulsione (ingiusta?) di Rana, la capocciata vincente di Saani da calcio d’angolo.
Nell’ultimo quarto di gara, quindi, il match prende una nuova inerzia. I neroverdi, nonostante l’inferiorità numerica, reagiscono e tentano di riportarsi avanti, ma il risultato ormai era segnato.
Al “Manzi-Chapulin”, allora, finisce 1-1, e per il Bitonto è il classico brodino da prendere con i sorrisi, vista l’infermeria e la difficoltà della trasferta, ma pure con qualche rimpiantino, ripensando ai binari sui quali stava viaggiando il derby.
Punto che fa perdere ai Zinfollino boys la testa della classifica (ora sono 34 i punti, uno in meno della battistrada Gallipoli, gli stessi del Fasano, uno in più del Casarano, due avanti l’Avetrana), ma che certificano la brutta e lunga malattia di questa stagione: la “trasfertite”.
Fuori dall’inattaccabile rettangolo verde di via Megra, i leoncelli si smarriscono e sono un po’ troppo fragilini, per motivi difficili da comprendere, e lasciano per strada punticini che a fine giostra potrebbero rivelarsi preziosi. Due soli gli acuti (Molfetta e Galatina, datati 1 ottobre e 14 ottobre), tre le X (Novoli, Omnia e Barletta, queste due consecutive), quattro i ko (Avetrana, Fasano, Otranto e Corato, tre dei quali sempre 2-1).
Solo nove miseri punti su 27 disponibili, 1/3 per intenderci. E anche le reti messe alle spalle dei portieri – soltanto sette in nove partite – è un chiaro segnale che in trasferta qualcosa vada sistemato.
Troppe anche le espulsioni ricevute, seppur qualcuna ingiusta. Iniziano a diventare tante – e la maggior parte, guarda caso, sempre in trasferta – le gare terminate in inferiorità numerica. Basti pensare che nelle ultime quattro partite, è successo tre volte. E tralasciamo la Coppa Italia…
Situazioni da migliorare nelle ultime 12 partite che mancano al traguardo.
Domenica, al “Città degli Ulivi”, frattanto, arriva il Molfetta, ieri sconfitto a domicilio dal Gallipoli. Una partita da non fallire per nessun motivo.
Le pagelle. Addario 7, Pagone 6, Camasta 6, Bonasia 6; Terrevoli 6,5, Piperis 6, Giangaspero 6, Sisalli 6,5; Modesto 6-; Rana 5, Terrone 7 (si fa trovare pronto all’appuntamento con il goal, ma anche a sacrificarsi per la squadra. Generoso).