Ha fatto tappa nel Regno del Bahrein il nuovo tour dell’HPQ (Hathor Plectrum Quartet).
Gli strumenti di Antonio Schiavone (mandolino), Roberto Bascià (mandolino), Sergio Vacca (mandòla), Vito Mannarini (chitarra) e la voce del tenore Aldo Gallone hanno incantato le platee della capitale, Al Mamama, in tre concerti per la “Settimana del gusto italiano nel Mondo“, organizzati dall’Ambasciata Italiana. “L’accoglienza del popolo mediorientale – dichiara Antonio Schiavone, componente bitontino del gruppo – è stata davvero sorprendente. Il rispetto e la sensibilità dimostrati rendono onore ad un popolo gravato dai nostri effimeri pregiudizi occidentali“. Anche questo tour è stato moralmente patrocinato dal Comune di Bitonto.
Il gruppo, che si conferma sicuramente come unico in Puglia (e non solo…) per formazione e curriculum, ha presentato un repertorio incentrato sulla tradizione musicale italiana; ma la sua permanenza è stata impreziosita dall’incontro con gli studenti del Bahrein Music Institute (dove l’HPQ ha tenuto un workshop sul mandolino) e dalla collaborazione con il M° Saad Jawad, massimo esponente dell’oud in Bahrein, con il quale l’HPQ ha presentato inoltre due brani arabi, in cui le sonorità dei plettri hanno sposato le armonie autoctone, in un connubio esaltato certamente dalle prestigiose cornici loro riservate, tra cui quella del Foyer del Museo Nazionale d’Archeologia, riempite da un pubblico entusiasta e partecipe.
Ora l’HPQ torna in Italia, dove lo aspetta una serie di concerti natalizi che lo vedranno impegnato dalla Sicilia al Lazio, passando per la Basilicata, la Calabria e ovviamente la Puglia, dove il gruppo terrà un concerto a Molfetta il prossimo 16 dicembre, in attesa di altri due eventi importanti: uno è la partecipazione alla trasmissione televisiva BEL TEMPO SI SPERA, su TV2000, prevista per la mattina del 7 dicembre prossimo; poi si attenderà l’uscita del nuovo album di Antonella Ruggiero, in cui la cantante genovese ha voluto inserire un brano con i mandolini di Puglia, di cui apprezza molto le sonorità.
Un ampio viaggio, quindi, quello dell’HPQ, non solo geografico, grazie ad uno strumento (quasi) dimenticato come il mandolino che per loro continua ad essere un vero e proprio passaporto (come da poco ha scritto un giornale statunitense parlando del gruppo pugliese), foriero di proficui incontri, geografici ed umani.