Dal Segretario particolare del Presidente del Consiglio regionale Mario Loizzo, Franco Natilla, riceviamo e pubblichiamo.
“La crisi che sta attraversando il Paese, richiede con urgenza un nuovo modo di concepire il centrosinistra, ormai ridotto, dopo gli ultimi avvenimenti, a mera e confusa aggregazione di potere.
Il renzismo, e i corifei che lo sostengono per opportunismo, ha trasformato il Pd, nel partito delle banche, dei poteri forti, dei pochi al comando, delle decisioni irrevocabili. Non è più il partito della gente, non sta più dalla parte dei deboli, è lontano dalle fabbriche, dai quartieri popolari, dai bisogni dei semplici, ha scelto i padroni al posto dei lavoratori operai, sostiene le lobby, i petrolieri, il gioco d’azzardo,.
Io voglio riprendere a fare cose di sinistra, ecco perché in questo PD non mi riconosco e aderisco a quello che è e che sarà un partito autenticamente di sinistra, interprete dei bisogni di determinate fasce sociali oggi in difficoltà, rimaste senza una voce, senza un riferimento politico che le rappresenti.
Oggi dobbiamo difendere i giovani, chi non ha un lavoro, chi non ha un reddito. Dobbiamo rilanciare la scuola, aggredita da una riforma statale che la rende tutto tranne che “buona”. Quello che serve non sono presidi-padroni e docenti stabilizzati a centinaia di chilometri dalle famiglie: la nostra scuola ha bisogno di cambiamenti radicali, per andare al passo con quelle del resto d’Europa. Per il futuro delle nostre nuove generazioni dobbiamo costruire una scuola non autoritaria ma autorevole, che deve formare culturalmente, far crescere intelligenze, educare ai valori civili e morali, preparare ad entrare nel mondo del lavoro con gli strumenti validi per vincere le sfide e affrontare le responsabilità che ogni cittadino di domani si troverà ad affrontare.
Basta con un PD che si fa usare dall’alta finanza ed è insensibile alle esigenze vere delle persone, che al centro come nelle periferie, si è ridotto ad un partito da prima repubblica. Io non voglio servire i potenti, non voglio andare in soccorso di chi vince, non voglio saltare sul carro dei vincitori. Io voglio stare con chi ha più bisogno: chi lavora in silenzio ogni giorno, le famiglie che tirano avanti nonostante tutto, i deboli, gli ultimi, chi soffre ed ha perso una forza politica che una volta era capace di interpretare la vita reale, ma oggi non è più capace di farlo. O non ha interesse a farlo”.