Non è passata inosservata (e come poteva?), qualche giorno fa, l’ordinanza introdotta dal sindaco piddino di Firenze, Dario Nardella.
Il primo cittadino del capoluogo toscano, infatti, ha emanato un’atto sindacale che prevede un’ammenda di 206 euro – inviata direttamente a domicilio – a tutti i clienti delle prostitute. E, nei casi più gravi, si rischia anche l’arresto.
“Una misura – ha commentato lo stesso esponente Pd – sicuramente di sinistra, ma che nasce in seguito alle nuove norme antiterrorismo introdotte dal ministero dell’Interno, secondo cui i sindaci hanno il compito di contrastare “le situazioni che favoriscono la prostituzione, la tratta di persone”.
Nardella, poi, non più tardi di ieri l’altro, ha chiesto che anche gli altri Comuni dell’area metropolitana di Firenze facciano la stessa cosa, per evitare che il problema si possa spostare nell’hinterland, e si è detto sicuro che molti altri enti locali italiani stiano copiando l’idea.
Anche i sindaci dell’Area metropolitana di Bari – in un focus ieri sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” – si dicono favorevoli alla misura, che però – dicono – sarebbe ancora più efficace se fosse emanata un’ordinanza unica per tutta l’area dell’ex provincia.
Anche Michele Abbaticchio, vicesindaco metropolitano e vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, dice la sua sulla questione.
“É fondamentale – afferma – rendere questo tipo di ordinanze inattaccabili, e se Antonio Decaro, che è anche presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni (Anci), ha mostrato qualche perplessità, ci saranno dei motivi.
La Città metropolitana dovrebbe prendere l’ordinanza di Nardella e farla studiare agli addetti ai lavori, e quindi poi adottarla ma in modo tale che risulti più efficace.
La multa di 206 euro? In realtà è una cifra che fa sorridere, perché secondo me l’ammenda dovrebbe essere di almeno 2.000-2.500 euro per scoraggiare i clienti delle prostitute, così come sarebbe anche la reclusione in carcere per tre mesi non ha senso se la persona fermata non ha precedenti penali.
Ma serve, anche e soprattutto, un intervento serio e preciso dell’Autorità garante”.