Con il tradizionale rito dello scoprimento del quadro raffigurante il miracolo della Battaglia di Bitonto si è dato il via, ieri, alle feste patronali. La riproduzione della tela della Madonna che si mostra al generale Montemar per impedirgli di mettere a ferro e fuoco la città è stata installato su Porta Baresana, dove rimarrà per i prossimi giorni.
Ad annunciare lo scoprimento è stato il presidente del Comitato Feste Patronali Nicola Pice, insieme al sindaco Michele Abbaticchio e al consigliere comunale e regionale Domenico Damascelli, per ribadire il senso della festa, cioè la riscoperta delle nostre radici e il mantenere vivo il senso di comunità: «Questa piazza è sempre stata importante per la comunità bitontino. Basti pensare che qui, davanti alla Porta e alla statua dell’Immacolata, le donne si riunivano per pregare in momenti difficili, come la guerra, per invocare protezione per i cari sul fronte».
Ospite della cerimonia è stato il segretario amministrativo dell’arcidiocesi di Buenos Aires Luis Avellaneda che, ricordando le proprie origine bitontine (la nonna era nostra concittadina) ha raccontato i suoi ricordi tra chi aveva abbandonato l’Italia per cercare lavoro nel paese sudamericano, in cerca di una vita migliore: «Sono cresciuto tra immigrati di Bitonto, Giovinazzo, Molfetta, Bisceglie. All’epoca non c’erano internet, Facebook e social network. Tutto ciò che gli immigrati si portavano da qui erano le immagini dei santi, per invocare protezione. Dove c’èrano i bitontini c’erano i Santi Medici. Avevano con sé solo la fede, tanta fede. Mia nonna mi raccontava spesso della Battaglia di Bitonto, del miracolo, della devozione dei bitontini all’Immacolata. Ma quando si è piccoli spesso non si fa attenzione a queste cose. È stato dopo, soprattutto grazie ad internet che ho avuto modo di riscoprire quelle radici che erano anche mie».