Nuovi sviluppi nell’indagine sulla strage ferroviaria avvenuta sulla tratta Ferrotramviaria Andria-Corato il 12 luglio scorso, che
causò 23 morti e 50 feriti.
Il procuratore
Francesco Giannella della Procura di
Trani ha infatti notificato delle informazioni di garanzia a 7 nuovi indagati: l’ex presidente Enrico Maria Pasquini, alla guida della
società fino al 2013, e sei dipendenti.
Tra di loro compare
anche un bitontino. Si tratta del 62enne Francesco Giuseppe Michele Schiraldi, dirigente della
Ferrotramviaria. Con lui, saranno sottoposti ad interrogatori anche il
molfettese Giulio Roselli (dirigente
divisione infrastruttura) e i baresi Giandonato
Cassano (responsabile dell’Unità Formazione e Regolamenti Rete Sociale); Antonio Galesi (responsabile dell’Unità
tecnica movimento stazioni); Tommaso
Zonno (coordinatore responsabile dell’unità tecnica trazione e scorta
ferrovia); e Vito Mastrodonato (dirigente
responsabile della divisione passeggeri).
Il reato contestato a vario titolo agli indagati è “rimozione od omissione dolosa di cautele
contro gli infortuni sul lavoro”, che prevede la pena della reclusione fino a 10 anni. Il riferimento è al sistema
di sicurezza del “blocco telefonico”,
presente sulla tratta, e ritenuto “obsoleto ed assolutamente insicuro” dai pm.
Nell’inchiesta erano già
indagate 6 persone per disastro
ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali plurime. I
reati furono constestati ai vertici di Ferrotramviaria, ovvero al presidente
del consiglio di amministrazione e rappresentante legale, Gloria Pasquini, al direttore generale, Massimo Nitti, e al direttore dell’esercizio, Michele Ronchi. Gli altri indagati sono il capotreno Nicola Lorizzo e i capistazione di
Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli. Indagata anche la
società Ferrotramviaria, ai sensi della legge sulla responsabilità
amministrativa delle persone giuridiche.