In attesa del nuovo programma
della “Domenica a Teatro” con le
famiglie , il Comune di Bitonto ha ospitato il grande Emmanuel Gallot Lavallèe.
Insegnante dell’arte del clown,
attore, pittore, scrittore. Presso il Teatro
Traetta, durante la mattinata dello scorso sabato, ha tenuto un workshop
per attori, educatori, insegnanti, amatori e spettatori: “La presenza: gioco e teatro”.
A seguire, c’è stata la conferenza-spettacolo
“Insegnerò l’arte di meravigliarsi”
nella splendida scenografia costruita con quadri, libri e quanto ha creato
Emmanuel nel corso dei suoi giorni.
«Con questo evento annunciamo la stagione teatrale –ha spiegato Elisabetta Tonon, direttore artistico
della rassegna- che da gennaio ad aprile
vedrà le famiglie la domenica a teatro. Emmanuel è la persona più indicata per
avvicinare il pubblico alla comprensione di come nasca uno spettacolo con un
linguaggio che tocchi i bambini».
E quale miglior tecnica se
non quella umoristica può creare sintonia tra un uomo e un bambino?
Per questo, Emmanuel crede
nell’importanza dell’arte del clown:
«Ho creato la Scuola internazionale di
Teatro a Roma, ora prettamente universitaria. Lavoro sulla presenza scenica. L’uomo
deve imparare ad accettare la sua fragilità e a perdere. E’ questa l’arte dei
clown che fa sì che si esprima la parte più femminile dell’uomo: di ascolto ed
empatia, di cui abbiamo assolutamente bisogno in questo mondo».
Del “riso” ne ha parlato Henri
Bergson, secondo il quale può scatenarsi solo per un’insensibilità momentanea
in ambito sociale, per sconfiggere, in particolare, l’automatismo nel vivere.
Infatti, «spesse volte, gli adulti finiscono per
allontanarsi dalla vita confondendosi con i loro problemi –ha evidenziato,
amareggiato, il maestro Emmanuel-. Sembra
come se abbiano la necessità solo di mostrare la propria maschera. Invece,
bisogna cercare di vivere come fanno i bambini, ritrovare la capacità di
meravigliarsi guardando in un altro modo la realtà e come se fosse la prima
volta. Solo così si può rinascere».
Allora, dobbiamo ridere
per cose sciocche, per una finzione, per qualcosa di ridicolo, per qualsiasi
cosa purchè si provi la sensazione d’esser liberi.
Infondo, è proprio questo che
ci porterà a «svuotare la mente,
eliminare assordanti parole e pensieri, a fornirci le ali per volare».
E’ quello che la ricerca
dello Zen insegna e che Emmanuel ha appreso in uno dei suoi innumerevoli viaggi
per specializzarsi nella sua arte teatrale.
A tal proposito, è
interessante quello che ha fatto in India
nel ’97: «dopo vent’anni dalla
fondazione della mia scuola a Roma, sentivo che mi mancava qualcosa. Sono
partito per dieci anni alla ricerca di uomini saggi. In Francia, in Italia
esistono, anche se non si fanno vedere. Sono andato in India per incontrare il
Dalai Lama».
«Poi,
ho conosciuto un saggio di Punjab che mi ha fatto capire che cos’è la vera
presenza, cioè uno stato di gioia e felicità interna all’essere. Allora,
tornato a Roma, volli condividere tale esperienza perché un insegnante deve
trasmettere anche qualcosa che va oltre e appartiene a un libro presente in noi».
Ha conosciuto diverse
storie, alcune delle quali ha raccontato, lo scorso sabato, a Teatro. Tutte
ritornano al punto chiave: riscoprire se stessi per vivere meglio all’insegna
dei sentimenti puri, della meraviglia, della felicità da
ritrovare nella semplicità, di una silenziosa empatia che ci lega agli altri.
Questo perché «quello che rimane dell’uomo non è solo la
parola, ma il suo modo di essere». Più comunicativo, infatti, può essere
anche un gesto ed Emmanuel lo ha dimostrato provando a raccontare così le sue storie,
lasciando sorpresi piccoli e grandi.
Al Traetta, ce ne saranno
altri di workshop e conferenze di tale calibro. Elisabetta Tonon ne ha
annunciato le date: il 26 novembreci sarà Valentina Vecchio con il suoteatro delle ombre, il 17 dicembreGiambattista Rossi con le sue maschere.