“Non ci sono parole per descrivere quello che ho potuto vivere da così vicino”.
È rotta dall’emozione la voce di Antonella Brascia, che ieri si trovava presso il Cara di Castelnuovo di Porto, dove Papa Francesco ha voluto celebrare la messa in Coena Domini, sorprendendo ancora una volta il mondo intero.
La giovane mariottana è una dei 114 operatori della cooperativa Auxilium, che gestisce il Cara della cittadina laziale, e ieri ha avuto l’onore di far parte del coro e di cantare per il papa.
“È una persona di una straordinaria umiltà”, racconta, “ha salutato uno a uno tutti i presenti, stringendo la mano a ospiti e dipendenti”.
Undici –su 892 ospiti in totale- sono stati i rifugiati a cui papa Francesco ha dedicato il gesto della lavanda dei piedi, più una operatrice italiana cattolica. Tra i migranti, c’erano anche musulmani e un indiano di religione indù.
Un gesto simbolico, che arriva a pochi giorni dal terribile attentato a Bruxelles e che ci ricorda di essere tutti figli di uno stesso Dio, senza odio e divisioni.
“L’abbassarsi di Papa Francesco per lavare i piedi dei migranti e dei profughi è stato un gesto di misericordia verso milioni di persone che intraprendono il loro viaggio di speranza”, conclude Antonella, “un insegnamento di vita che vale più di mille parole”.