“Vito Palmieri è un ingrato: dapprima grazie a noi (Carelli e Patierno), ha avuto una grande visibilità facendo pesare in seno alla maggioranza due cariche importanti come quella del Presidente del Consiglio e dell’Assessorato e ora ci rinnega come se nulla fosse”.
Comincia così Pasquale Carelli (Gruppo Indipendente) la lunga risposta dopo gli attacchi ricevuti dall’ex presidente del Consiglio comunale in un articolo comparso sulla nostra testata alcuni giorni fa (http://goo.gl/0VNMVE)
Ha ripercorso, ai nostri taccuini, la sua lunga storia nella lista civica che nel 2012 appoggiò Michele Abbaticchio durante le amministrative.
«Ho conosciuto Vito quando era Segretario Generale del comune di Giovinazzo e devo dire che mi fece subito una buona impressione, venni colpito positivamente dalla sua carica di uomo di governo. Decidemmo così di cominciare un percorso insieme nella sua lista senza poter immaginare che, da lì a breve, mi sarei subito pentito».
E i risultati parlarono subito chiaro: «ll mio fu un risultato enorme, sono stato il consigliere più suffragato, così auspicavo – dice il giovane avvocato senza negarlo – di potermi mettere subito in gioco e di fare del mio meglio per la città. Successivamente, anche in comune accordo con Palmieri, mi resi conto che avrei reso un servizio migliore alla cittadinanza partendo dalla carica di consigliere comunale e praticare, così come ho sempre fatto nella vita professionale, anche in ambito politico, la così detta “gavetta”, maturando così esperienza da mettere successivamente al servizio della collettività. Decidemmo, quindi, che a metà mandato ci sarebbe stato un passaggio di testimone tra me e lui nella presidenza del consiglio, così come si evince agevolmente anche da quanto lui stesso ha affermato nel suo ultimo articolo: “In relazione, invece, alle dimissioni da Consigliere comunale, è nel DNA del nostro Movimento utilizzare al massimo il principio della partecipazione alla vita pubblica dei propri aderenti, non lasciandone la rappresentanza politica sempre alle stesse persone, incentivando così la forza del Movimento”».
Ma così non è stato. «Per i primi anni ho cercato solamente di apprendere dal dott. Palmieri i meccanismi della politica, mettendomi a completa di disposizione del movimento e rimanendo sempre a lui leale, ma con il passare del tempo iniziai a rendermi conto che lui non era in realtà quel leader che all’inizio pensavo che fosse».
«Mi imputa di essere assente rispetto alla vita del movimento politico, ma in realtà con lui non si riusciva mai ad essere realmente concreti, vi erano solo richieste di recarsi in sede quotidianamente, senza che vi fosse mai una vera discussione/dibattito/confronto su dei punti all’ordine del giorno. Solo dopo tante richieste iniziammo a svolgere delle riunioni settimanali con l’auspicio di comprendere meglio le dinamiche politiche ed essere di maggior supporto al nostro assessore Incantalupo, che detiene deleghe importanti. Ma questa pratica, con il tempo, venne meno tanto che arrivai quasi a pensare di dover formalizzare delle richieste di incontro».
E non solo: «Quelle poche riunioni che si tenevano erano ormai diventate incentrate solo contro il sindaco e la mia difesa verso il primo cittadino e le scelte della maggioranza, iniziava ad infastidire parecchio Palmieri. Lui replicava, avendo una conoscenza approfondita delle varie questioni, data la sua grande esperienza pregressa, motivo per cui spesso non riuscivo a controbattere; tanto che giunsi a proporre di invitare il sindaco in sede almeno una volta al mese: proposta che fu sempre accolta positivamente da Abbaticchio, ma che non si è mai concretizzata e non certo per colpa del primo cittadino. Tutti motivi, questi, che mi avevano ormai convinto che non si poteva più proseguire di questo passo, occorreva che si cambiasse decisamente rotta».
Nel frattempo «si arriva a Dicembre 2014, tempo in cui doveva esserci l’avvicendamento concordato, ma così non fu perché mi fu detto “I tempi devono essere maturi” e a quanto pare ancora non lo erano..».
Si giunge così alla campagna elettorale per le Regionali: «Nel periodo tra febbraio e marzo 2015 Palmieri ci annuncia la sua intenzione di candidarsi alla Regione, ammetto che ne fui subito entusiasta, nonostante i vari problemi che vi erano nel movimento, perché già immaginavo il momento in cui avrei iniziato a girare assieme a lui per la Provincia, fare esperienza e capire come funzionasse una elezione extracomunale, ma volevo che prima venisse chiuso un capitolo. Ad Aprile invece non solo non fu fatto il passo indietro, ma arrivammo addirittura a perdere completamente i contatti con lui. Motivo per cui non mi fu più possibile poterlo appoggiare durante la campagna elettorale».
E continua: «Prima delle Regionali, Palmieri, almeno alla mia presenza, non aveva mai parlato di lasciare la carica per l’unione del centro sinistra così come da lui affermato. Anzi, con le mosse fatte, a mio modesto parere, non ha fatto altro che acuire le rotture che già permanevano all’interno del centro sinistra. Mi dispiace umanamente per il nostro rapporto, all’inizio lo vedevo come un esempio, ma non c’è stata più condivisione e, quindi, un progetto politico da portare avanti. Mi accusa altresì di “avere avuto motivazioni diverse da quelle del Gruppo di riferimento”, vorrei chiedere al dott. Palmieri quali sarebbero queste motivazioni?».
Infine «lo stesso Palmieri afferma che “è chiaro che non potevano continuare a rappresentare il Movimento e la rottura è diventata la conseguenza inevitabile” facendo intuire che sia stato lui a metterci fuori dall’associazione, quando in realtà abbiamo perfettamente dimostrato che siamo stati noi ad essercene andati, perché delusi da un modo di fare oramai non più condivisibile».
E poi arriva alle conclusioni: «Visto che all’ex consigliere piacciono le locuzioni arcaiche, credo questo sia il momento del redde rationem».