«Ma
quando eri piccolo, sapevi cos’era la filosofia?» chiede
una bambina. «No, non lo sapevo. Ho
capito solo dopo che le domande che mi ponevo erano filosofiche» risponde l’autore.
D’altronde come potrebbe conoscere la
filosofia un fanciullo, come quelli delle scuole
primarie bitontine ospitate ieri nella Biblioteca
Comunale “E. Rogadeo”?
A provare a spiegare questa disciplina
anche ai più piccoli ci ha pensato Ermanno
Bencivenga con le sue favole. Sin dal 1991, infatti, il filosofo ha dato
vita al libro “La filosofia in trentadue
favole”, poi ampliato in diverse edizioni successive fino ad approdare, lo
scorso anno, a “La filosofia in sessantadue favole”.
Con la storia del quattro con la
voglia di essere dispari, di oggetti che si ribellano, di un vento scherzoso e
tanto altro, il noto filosofo cerca di spiegare con un linguaggio semplice i
grandi temi della filosofia.
«Intorno
alla metà degli anni ’80, i miei figli erano piccoli e mi facevano tante
domande. Era difficile però spiegar loro quale fosse il mio lavoro, cosa
facesse un filosofo. Per questo nell’86 ho pensato alla prima favola, provando
a spiegare la filosofia con il linguaggio dei bambini, filosofi per eccellenza.
I bambini interrogano gli adulti sul perché delle cose. Il filosofo è un
bambino che si rifiuta di crescere» ha raccontato Bencivenga al suo
pubblico.
Un pubblico molto curioso che ieri ha
interrogato a lungo l’autore. A nulla sono infatti servite le domande scritte e
riposte in alcune scatole, la curiosità dei piccoli alunni ha avuto la meglio.
Un mare di manine si è levato nella
sala della Biblioteca per chiedere quale fosse la sua favola preferita, se
avesse mai desiderato essere qualcun altro come il quattro, il motivo della
scelta di alcuni nomi e date e una risposta ai mille perché.
«Perché
ti è venuto in mente di scrivere favole?» chiedono
alcuni. «Non so il perché. Le idee
vengono quando decidono loro e sempre da fuori. Non c’è un metodo per farsi
venire le idee, ma c’è un atteggiamento: essere attenti».
«Perché
nel libro non ci sono immagini?» domandano altri. «I libri illustrati non mi sono mai
piaciuti. Volevo immaginare io i personaggi e non accettare il volto dato loro
dal grafico».
Infine la domanda più difficile: «Cos’è la filosofia?».
«Provo
a spiegarlo con la parola stessa. – risponde Ermanno Bencivenga – Filosofia è una parola greca che significa
amore per la saggezza. Nessun mestiere può identificarsi con l’amore per quello
che fa, tranne il filosofo. Questo lo caratterizza: deve amare la saggezza per
interrogarsi sempre, perché la saggezza non si raggiunge mai. Quando crediamo
di essere saggi, è il momento in cui siamo più stupidi».