“Madri…
Voglio vederti danzare”
è un piccolo breviario che fa palpitare il cuore e arriva dritto
all’anima. Vuole insegnare che il dolore non può avere mai l’ultima
parola, ma solo la penultima. Che l’arte della lamentazione, quella
di restare immobili davanti ai problemi, è la cosa più sciocca e
stupida da fare e va trasformata nell’arte della benedizione, la
forza di chi, davanti a una disgrazia, la ribalta a proprio favore.
Già,
perché tra dolore e speranza c’è un rapporto che corre su un filo
sottile ma intenso. Ne sa qualcosa Antonia Chiara Scardicchio, autore
del libro nonché docente al dipartimento di Studi umanistici
dell’Università di Foggia. Ha una figlia di 11 anni, Serena,
afflitta da gravi disturbi mentali che non le consentono di parlare.
E per lei, abituata da piccina quasi a giocare con le parole, è
stato un colpo al cuore. Ma solo all’inizio, «perché
un bambino disabile non è solo portatore di limiti, ma anche di
risorse».
«Serena
– racconta
a Silvia Dipinto, giornalista di “Repubblica”
e “Telebari”,
l’altra sera nello scenario del Torrione – non
ha niente, non sa leggere né scrivere, non ha nessuna proprietà di
linguaggio. Io vivo di libri, studio libri, mangio libri, respiro
parole: vissi i primi momenti come una disgrazia. Ma poi vidi la sua
felicità, felicità per tutto quello che la circonda, felicità per
essere viva. Ho imparato da lei e posso assicurare che, senza di lei,
non sarei felice come lo sono ora.Mi ha imparato a capire quello che non so spiegare e contemplare».
L’insegnamento
è facile: «Il
libro non si rivolge solo alle madri di figli disabili, ma a tutti,
uomini e donne, madri e padri, con figli in salute o malati,
perché possano comprendere come gioire delle piccole cose della
vita».
Il
libro – curato da Antonella Chiadini con le illustrazioni di Patrizia
Casadei e un’appendice di immagini della scultrice Angela Micheli –
ha un intenso gusto di solidarietà. Il ricavato, infatti, serve per
far continuare a Serena gli studi di sostegno e le cure per i suoi
problemi.
“Madri…
voglio vederti danzare”
è stato il primo appuntamento bitontino (gli altri saranno sabato
11, domenica 12 e venerdì 31 luglio, sabato 22 e domenica 23 agosto)
di “Del
racconto… il film”,
«l’unico
festival italiano di cinema e letteratura che si occupa interamente
di questioni sociali e che quest’anno tocca 4 città dell’area
metropolitana barese», sottolinea
il curatore e l’ideatore, Giancarlo Visitilli, presidente della
cooperativa “I
bambini di Truffaut”,
organizzatore dell’evento, che dal 2007 si impegna nel garantire
servizi ai minori, ai disabili e agli anziani.
La
serata è stata deliziata anche da “Non
lasciarmi sola”,film diretto da Ron Krass, vietato ai minori di 13 anni negli Stati
Uniti, e che racconta l’odissea di una ragazza 16enne.