Il meriggio di ieri, quasi primaverile, donava un solicello fragile che inteporiva appena i ventidue virgulti a caccia di una sfera di cuoio.
Di più, nello scorrere placido di rare nuvole nell’azzurro tenue del cielo, la luce dorata scintillava sopra i sassi puntuti del campo gibboso e periglioso del Polisportivo dedicato al professore Nicola Rossiello.
Mai nome fu tanto oltraggiato dalle condizioni disastrose della struttura, avendo scoperto per soprammercato che il muro di cinta è stato vergognosamente sfondato da un petardo addirittura natalizio – tre mesi fa, a occhio e soprattutto croce – ed ancora mostra la breccia come ferita della nostra introvabile civiltà.
E non è che il “Città degli Ulivi” goda d’ottima salute se è vero, com’è vero, che ieri dieci tifosi del Bitonto stavano provvedendo alla pulizia dell’impianto sull’erta di via Megra.
Ma siamo alla pugna fra le squadre juniores di Bitonto e Omnia.
E’ derby, disputa fratricida che per solito accende gli animi.
I ragazzi, invece, chi più chi meno, sono stati tutti corretti sulla distesa terragna per tuberi.
“E so tutt cmbagn“, chiosava sapido qualcuno, sugli spalti grigi.
“Sono il nostro futuro“, notava Oronzo Bonasia, stantuffo mancino instancabile capitato per (nostra) ventura in campionato d’Eccellenza, in realtà degno di palcoscenici più insigni, peraltro già assaporati senza demeritare.
E allora, prime fasi di studio consuete.
I neroverdi appaiono compagine più matura e tetragona.
Avanzano a folate, che investono tremende gli avversari.
Al 22′, il punto del vantaggio si concretizza: un indemoniato Valentini sulla fascia destra zompa Mundo e scodella all’indietro per l’accorrente Signorile che fulmina l’immoto Bisceglie.
Qualche minuto dopo, l’estremo omniano svirgola un innocuo retropassaggio e consegna a Valentini la porta sguarnita: 2 a 0.
I ragazzi guidati dal ben amalgamato duo Mancazzo-Vitale sono smarriti da tanta furia.
E’ il 33′ quando Leone prova a danzare fra i molossi avversi, ma calcia addosso a Salierno in uscita disperata.
Prima che Giordano della sezione di Bari – bene la direzione della gara, solo la gestione dei cartellini è apparsa dubbia – si esibisca nel duplice fischio, Valentini si rende pericoloso un paio di volte e legittima così la nitida supremazia neroverde.
Per quel mistero sublime e psicologico che sottende qualsivoglia certame sportivo, l’intervallo carica i fanciulli dell’Omnia e svuota di forze i bitontini, forse colti da improvvisa nikefobia (dal greco, paura di vincere per troppa sicurezza).
Le prime due occasioni sono per Caiati e Leone, nella seconda è la traversa a rintoccare e, dunque, a salvare il Bitonto.
Mister Bellavista, molto attento all’aspetto disciplinare dei suoi, toglie dal match i più fumantini e si sa che, quando l’anagrafe è verde, i caratteri più frizzanti sono proprio quelli che fanno la differenza.
L’Omnia, sempre più rinfrancata, accelera e tutto, d’improvviso, viene ribaltato.
Colasuonno viene atterrato al 36′ nell’area dei leoncelli e dal dischetto capitan Tarantino fredda Salierno, palla nel sette.
In zona Cesarini (Renato, pedatore eccelso d’un secolo fa, oriundo argentino che soleva segnare quando i novanta minuti stavano tramontando, ndr), infine, il piccolo ma incrollabile Koumadi ustiona un paio di avversari e serve Pasculli.
Che, da fuori, complice un’incauta deviazione, artiglia il pareggio.
Pari e patta, dunque, fra le giovani leve di Bitonto e Omnia. Serenità, dopo, negli spogliatoi, al di là del rammarico e della gioia.
E’ questo il calcio che ci piace…