La
Corte dei conti parla chiaro e la inserisce nella “principale e
più ricorrente fattispecie di danno erariale”. E
ha aperto un fascicolo.
La
vicenda in questione è quella della chiesetta di sant’Aneta, citata
(come anticipato sabato dai colleghi di Puntotv)nella relazione del procuratore generale Francesco Paolo Romanelli
all’inaugurazione dell’anno giudiziario.
La
vicenda è nota: la chiesetta è stata completamente distrutta nel
2002 durante
i lavori di allargamento della sede stradale della provinciale
Bitonto – Molfetta.Nel 2010, il Consiglio di Stato decreta che la colpa sia da
addebitare alla ditta che stava eseguendo i lavori e al Comune di
Bitonto, costretto a pagare una somma di 469mila euro, poi salita a
530mila, come risarcimento al ministero dei Beni Culturali, e
ratificata dal Consiglio comunale nel 2011.
Ebbene,
secondo la Corte dei conti, questa vicenda (come tante altre,
ovviamente) sarebbe un esempio di cattiva gestione del denaro
pubblico.
Romanelli
lo dice senza infingimenti: «Merita
di essere segnalata, tra le tante, la vicenda del pagamento, da parte
del Comune di Bitonto, di una sanzione di oltre 500 mila euro in
favore del ministero per i Beni e le Attività culturali per
l’illegittima demolizione di un’antica chiesetta rupestre facente
parte del patrimonio storico-artistico. Di tale consistente esborso è
stato chiamato a rispondere, con atto di citazione depositato lo
scorso mese di luglio, il direttore dei lavori dell’opera stradale
nel cui corso è stato abbattuto l’immobile sottoposto a vincolo,
avendo ritenuto quest’ufficio che l’evento dannoso fosse
imputabile a una sua grave negligenza ed imperizia nell’espletamento
dei compiti di sorveglianza che gli competevano con riguardo
all’attività dell’impresa appaltatrice».