È dal
lontano aprile 2014 che la questione “Teatro
Traetta” e relativo regolamento non riescono a vedere la luce (http://www.dabitonto.com/politica/r/consiglio-comunale-3-il-regolamento-del-traetta-ancora-pomo-della-discordia-nel-centrosinistra/3084.htm).
Nemmeno
ieri, in consiglio comunale, si è riusciti a giungere ad una conclusione.
È stata
fatta lettura del verbale dell’ultima seduta della IV commissione che ha
ricevuto parere favorevole anche del dirigente Andrea Foti.
Ne spiega i
dettagli in consigliere Ciccarone: «Il teatro non era normato da un programma
disciplinare, veniva proposto un regolamento che in commissione era stato
prospettato nel novembre 2013 con relative tariffe e un disciplinare su cui si
sarebbe lavorato da gennaio in poi».
L’intenzione
era quella di raccogliere la discussione avvenuta in aule e – “fermo restando che la maggioranza avrebbe
avuto i numeri per approvare il regolamento” – l’intenzione era quella di
discutere i contenuti in un documento, nel frattempo preparato dagli uffici, da
discutere in commissione.
Il
consigliere Paolo Intini (Pd)
proponeva di condurre un controllo delle
tariffe, disciplinato dal direttore
artistico del teatro e non dal sindaco effettuando degli sconti per le associazioni bitontine che
volevano organizzare spettacoli all’interno della struttura.
Ma questa
storia va avanti da troppo tempo: «Tutto
parte da marzo – insiste Intini – quando
ci siamo detti che ci saremmo aggiornati in un’altra riunione, a maggio ci sono
stati interventi di minoranza ma anche da parte di D’Accio avvallato da Lozito
e Fioriello. Avevamo chiesto di riportare il regolamento in commissione e non è
stato fatto per organizzare la stagione teatrale».
La risposta
arriva da Ciccarone: «Resta inalterata la
volontà della maggioranza di fondere tutto nel disciplinare messo a punto dal
sindaco».
Insomma lo
spettacolo (visto che di teatro si parla) a cui si è assistito ieri pareva
quello del gatto che si mordeva la coda: chi ha chiesto se il disciplinare sia
stato effettivamente redatto (Farella), chi ha palesato di non essere arrivati
ad una formulazione unica (Fioriello), chi ha confessato la volontà – della IV
commissione – di avere chiarimenti sul disciplinare (Toscano), il sindaco che
ha cercato conferme (giunte da Ciccarone
e Fioriello) sull’effettivo arrivo di questo (benedetto) disciplinare in
commissione.
Ancora
secco Intini li smorza: «Non dite bugie.
L’obiettivo era integrare il disciplinare nel regolamento, che è competenza del
consiglio, non inglobare il regolamento nel disciplinare».
Ci pensa Michele Abbaticchio a ristabilire le
fila: «L’assessore Mangini ha un
disciplinare che prevede ulteriori norme votato in commissione e vorremmo
vederlo condiviso: si integrerà benissimo con quello di Intini. Basterebbe
avere una commissione allargata (II e IV)».
Continua a
ribattere però Francesco Ricci (Pd): «Non
si è messo tutto in ordine perché molti non volevano portarlo in consiglio.
Proposi di approvare solo il disciplinare e invece mi fu detto che non era più
compito della commissione ma della giunta. La maggioranza si prese,
legittimamente, del tempo ma questo non poteva prescindere da una reiterata
volontà che o il disciplinare o il regolamento dovevano passare dal consiglio: perché
su alcune cose viene invocata la democrazia partecipata e su altre no?».
Insomma, al
netto di polemiche, sul come e sul perché, il punto sul teatro è stato ancora
una volta rimandato con 11 voti favorevoli e molti dissensi (Toscano: “Se non si discute oggi andrà ad intaccare
punti all’ordine del giorno più comporsi ed ostici” e Fioriello: “Non dobbiamo ancora rimandare”) in
attesa che le commissioni allargate s’accordino sul da farsi.
Commissioni
allargate, ammesso che il celebrante di questo matrimonio non sia raggiunto dai bravi di manzoniana memoria.