«Amareggiato».
Francesco
Paolo Noviello, il patron dell’U.S.Bitonto, quando gli chiediamo
telefonicamente come si sente dopo l’increscioso episodio accadutogli qualche
sera fa (minacce sotto l’abitazione con tanto di pupazzo impiccato), non ha
dubbi. Non c’è rabbia, ma amarezza per un gesto che mai si sarebbe aspettato.
E
che, ovviamente, non poteva lasciarlo indifferente. Non ha tanta voglia di
parlare, vorrebbe gentilmente chiudere il telefono, ma nonostante tutto si
lascia andare a dichiarazioni pesanti.
«Adesso
le sorti del Bitonto sono il mio ultimo problema – sottolinea il presidente
neroverde – perché dopo ciò che è successo il mio primo pensiero è dedicato
alla mia famiglia e alla sua serenità».
Il
capitolo, però, è inevitabile. «Preferisco fare le cose a riflettori spenti,
ed ero riuscito a creare presupposti per una società seria, e soprattutto con
gente che ha le idee chiare su quello che vuole fare. Ma adesso questi episodi
mi fanno inevitabilmente riflettere, e non ci saranno novità almeno fino a fine
settimana».
Già,
ma poi cosa accadrà?
Noviello
vorrebbe chiudere qui la conversazione, ripete che è meglio non parlare in
questi momenti, ma all’improvviso lancia altre sassate: «La verità è che in
tutti questi anni ho pagato le azioni sbagliate di chi, grazie al Bitonto, ha
pensato a fare i propri interessi piuttosto che quelli della società».
E
ancora: «Perché devo preferire la strada che ha intrapreso l’assessore
Domenico Nacci, con questi imprenditori di cui non conosco nemmeno il nome e che
non mi hanno mai direttamente contattato? Piuttosto sarebbe meglio lasciare il
titolo nelle mani del sindaco Michele Abbaticchio».
Noviello
non aggiunge più nulla. La conversazione si interrompe qui.
Ma
è tanto abbastanza per dare ancora fiamme all’ennesima estate infuocata targata
neroverde.