Diciamo la verità.
Il filosofo
britannico Thomas Hobbes (1588 – 1679) viveva decisamente in altri tempi ed era
troppo ottimista nei confronti della politica, intesa come istituzioni.
Già,
perché il teorizzatore del “Leviatano” era convinto che gli uomini, per uscire
dallo stato di natura nel quale nascevano e si trovavano, e dove era in atto
un “bellum omnium contra omnes” e
ogni individuo si comportava come se fosse “homo homini lupus”,
dovevano effettuare una sorta di contratto, un
pactum subiectionis, con il
quale cedevano tutti i diritti (tranne quello alla vita, inviolabile già dai
tempi di Jean Bodin) al Leviatano.
Che era, quindi, una sorta di custode dei
diritti umani e della pace e della difesa.
Le cose, poi, hanno preso una strada diversa e le istituzioni
politiche sono diventate peggio di chi dovrebbero difendere (e rappresentare).
Vedasi a Roma, dove qualche tempo fa i deputati del Movimento 5 Stelle (eletti
per mettere fine a 20 anni di cattivapolitica), nella discussione sul decreto
Imu – Bankitalia, hanno ben pensato di comportarsi peggio di questi presunti
politici da rottamare, dando vita a uno spettacolo penoso e pietoso.
Ebbene, da un po’ di tempo a questa parte, c’è un pizzico di
“grillismo” anche all’ombra dell’olivo, perché il Consiglio comunale cittadino
è diventato vera e propria fucina di personaggi teatrali, di attori che
sembrano recitare a soggetto, di politici (davvero lo sono?) che applicano alla
lettera il detto del “clamor ergo sum”, di
rappresentanti democraticamente eletti dai bitontini che hanno scambiato lo
scranno consiliare come una piéce
teatrale dal chiaro tono drammatico.
Il problema è che il “grillismo” bitontino era in corso d’opera
ancora prima che i pentastellati invadessero Roma.
A Bitonto, infatti, abbiamo
avuto un preoccupante antipasto con i mandati di Nicola Pice (1998 – 2008),
dove non mancavano i fenomeni da baraccone.
C’è stata l’invasione con
l’amministrazione di centrodestra targata Raffaele Valla (2008 – 2012), dove
gli episodi epici sono indimenticabili.
La conduzione dei lavori un po’
bizzarra del presidente Nicola Tarantino…
Gli interventi davvero profondi e di
grande interesse politico di Saverio Martucci, con tanto di schiaffo al
microfono…
Le discutibili invettive dall’immenso sapore di storia del primo
cittadino nei confronti dell’opposizione…
E tutte le ripetute manfrine, le
violazioni del regolamento consiliare, gli scontri dialettici e di un teatro
grande stile tra le forze politiche…
In tutta questa intensa pagina di
politica, la città e i suoi problemi veri e atavici erano su un mondo a parte,
come se non fossero di competenza dei teatranti di Palazzo Gentile.
C’è la continuazione con l’attuale amministrazione.
L’emiciclo in carica, infatti, dopo un inizio non negativo e di rottura (teatrale, si
intende) con il recente passato, ha deciso improvvisamente di voler emulare le
grandi gesta di chi lo ha preceduto.
E con episodi in rapida successione.
Il 27
gennaio, infatti, alto momento di politica tra il capogruppo Pdl – Forza Italia
Domenico Damascelli e il sindaco Michele Abbaticchio, e indimenticabile
complimento di Francesco Gala allo stesso ex vicesindaco (http://www.dabitonto.com/politica/r/tares-park-ride-zona-167-il-sindaco-abbaticchio-nel-mirino-dell-opposizione/2417.htm).
L’assise successiva, il 7 febbraio, lo stesso Damascelli e l’assessore al
Bilancio Michele Daucelli, discutendo di Tares, hanno mostrato in diretta
streaming come il loro rapporto sia tutt’altro che idilliaco (http://www.dabitonto.com/politica/r/consiglio-comunale-ancora-la-tares-al-centro-della-discussione-ed-e-tensione-a-palazzo-gentile/2500.htm).
E mercoledì, l’ultimo episodio: l’incresciosa violazione della
libertà di cronaca ai danni dell’emittente “Puntotv”, colpevole soltanto di
effettuare il loro lavoro.
Ovviamente, l’elenco è solo parziale, ma è comunque davvero
notevole per un Consiglio comunale che, Tares e
bilancio a parte, non delibera un provvedimento che sia tale ormai da mesi.
Fuori dalle stanze del potere, nel frattempo, si susseguono
episodi di miseria sociale e la città, purtroppo, continua ad abbracciare l’amara riflessione diMartha Medeiros.
“Lentamente muore“.
Andiamo in pace…