Neppure la Coca-Cola, dunque, sarà più quella di una volta. Presto la bibita più bevuta al mondo sarà fatta in casa. Una vera e propria rivoluzione per il colosso mondiale delle bollicine, grazie a una macchina per produrre la soda e delle capsule con tutti i gusti del marchio Coca Cola. Capsule che saranno proprio come quelle del caffè o del tè utilizzate oramai in tutto il mondo. Addio dunque alla mitica bottiglia “contour” che dal 1937 è il simbolo indiscusso del marchio Coca-Cola.
Si narra che la prima bottiglia fu ispirata dalle curve dell’attrice Mae West che indossava abiti aderenti detti hobble skirt e da allora queste curve sono ben riconosciubili e chiunque riesce a riconoscere la bevanda a partire dal suo contenitore. Secondo Stephen Bayley, esperto londinese di design contemporaneo, ritiene che la bottiglia Contour Coca-Cola sia il “design più familiare nella storia dei beni di consumo”.
Quelle bottigliette che conquistarono anche un mio vecchio zio prete. Tra i più bei racconti che mi ha lasciato mio padre c’è quello di una sera d’estate del 1950 a Roma, alle Terme di Caracalla. Giunto trafelato alla grande arena per assistere alla rappresentazione di “Tosca”, zio prete, invogliato dal nipote (mio padre n.d.r) placò la sua sete con la fresca bibita americana. E stregato anche dalle sinuose bottigliette, volle conservarle per portarle nella sua Bitonto e affidarle alla sorella-perpetua Francesca, perché ne facesse i contenitori della salsa di pomodoro (quella sì fatta in casa) in uno dei più antichi riti della nostra civiltà contadina.
Addio bottigliette, addio vecchia Coca Cola. La poesia delle bollicine evaporata nella prosa della bibita a portata di mano.