Una vera e propria campagna elettorale.
Intensa, viva, partecipata.
Programmi,
incontri, votazioni.
E, dopo tutto questo, l’Ateneo barese ha oggi alla sua guida il Magnifico Rettore Antonio Felice Uricchio.
Che nei giorni scorsi ha voluto incontrare gli amici, i concittadini bitontini, nell’aula
magna del Santuario SS. Medici.
Don
Ciccio Savino ha fatto gli onori di casa, salutando il
Rettore e ribadendo la soddisfazione di avere delle belle personalità all’interno
dell’Università.
«Il
programma non è stato un libro dei sogni è vero autentico rappresenta al meglio
la tua persona – ha commentato il parroco -. Viviamo il tempo dell’autoreferenzialità e
ti auguro che non venga mai meno il concetto del noi. Immanuel Kant diceva che
“il cielo stellato sopra di me, e
la legge morale in me”. Bene, che quelle stelle possano guidarti nel cammino che
ti aspetta. Non manchi mai il silenzio come liquido amniotico della tua
solitudine per poter prendere decisioni giuste».
Mariano Di Bitonto, consigliere
dell’Ordine dei Commercialisti, ha espresso il suo desiderio nella «vicinanza su una corretta gestione della
cosa pubblica su cui tutti spendiamo parole. Bisogna battersi per la
meritocrazia: la crisi è in noi, nella povertà interiore del non far nulla per
non far emergere chi ha un cuore»
«A Taranto ha creato qualcosa
di splendido. Non riempie la bocca di filosofia ma di fatti – ha espresso con
ammirazione il prof. Roberto Gagliano Candela -. Nell’Università oggi
occorre essere manager, intrattenere rapporti con le aziende, con la politica e
Antonio è in grado di poter realizzare tutto questo».
Non si esimono anche dal
ricordare le vicende giudiziarie apparse sui giornali di cronaca, che hanno
visto citato il neo rettore, che si è dichiarato estraneo alla vicenda e
sereno tanto da essersi candidato tranquillamente.
«Il consiglio è quello di
essere coraggiosi e prendere le distanze da chi ha avuto problemi con la
giustizia. Ci si gioca molto – ha commentato il vice questore Piero
Battipede -, non è sempre facile prendere posizioni nette ma è determinante
per un lavoro fatto di trasparenza, soprattutto giuridica».
Presenti all’incontro anche i
bitontini ai vertici amministrativi dell’Università di Bari, il direttore Gaetano
Prudente e la vice Pasqua Rutigliani.
«Sono sicuro che tutto sarà verticalizzato, sarò
felice d’essere il suo braccio armato –con soddisfazione ha espresso Prudente -.L’Università è tra le prime dieci in Italia per grandezza dimensionale e
gestire 60 mila studenti e 4 mila dipendenti non è una cosa semplice visti, anche i numerosi tagli ad istruzione e ricerca».
I giovani, il futuro, il
lavoro. Questo è l’obiettivo più grande dell’Università di domani.
«Molte sono state già da quest’anno le iniziative
bitontine con i consulenti del lavoro e queste sono aperte in tutto il
territorio pugliese – ha ricordato
la dott.ssa Rutigliani –. Siamo cittadini
che vogliono, prima di tutto, un futuro migliore per figli e nipoti e ci
impegneremo per questo al massimo tutti».
«L’apprendistato per l’alta formazione e la ricerca
è il termometro della società– ha commentato Isa Murgolo, presidente Assocal Bitonto -. I giovani è bene che trovino lavoro nel
proprio territorio, si spera, anche durante il percorso di studio».
Presente all’incontro anche il dott. Antonio Moschetta che sullo stato della ricerca ha osservato: «Non siamo preparati ai finanziamenti. Il
settore della ricerca deve essere motore trainante, guardare i giovani e fare
in modo che tornino e contribuiscano al loro futuro e a quello della scienza».
Gran parte della vera e propria campagna
elettorale di Uricchio, fino alla vittoria finale, è stata promossa egregiamente dal commercialista bitontino Arcangelo
Perrini (che ha anche moderato la serata).
Ama definirsi Appulo-Lucano, vista la madre (Tonetta
Clemente) e il padre materano, il tutto nostro Antonio Uricchio.
«Per
proporre il progetto sono andato ovunque per poter raccogliere idee,
suggerimenti. Se il progetto circola è perché c’era e c’è tanto entusiasmo.
Quell’entusiasmo che arriva proprio dal basso. Questi incontri sono stati una
straordinaria molla, in tutti i dipartimenti, costruiti su un’idea, perché –
proprio come ricordava don Ciccio – abbiamo saputo guardare il cielo stellato e
le sue stelle fatte di valori e principi morali. Dobbiamo insieme contribuire
allo sviluppo del territorio per i giovani che sono vita.
Non
possiamo essere soli – ha continuato il Rettore –, ma avere una sinergia con le associazioni,
le aziende, i comuni.
Molti
giornalisti mi hanno chiesto uno slogan è quello che ho sempre ripetuto è
stato: UN’UNIVERSITA’ PIENA DI FUTURO.
Un
futuro dove mi interessa trascorrere gli anni.
C’è,
c’è, dovunque. Nelle strade, tra i volti dei giovani, una condivisione, un
forte senso comunitario fatto di competenze e di agire etico.
Bisogna
vincere i particolarismi, le invidie e quello che nuoce la comunità».
Ha poi concluso il prof. Uricchio: «Tutto si realizza proprio sulla scia dell’entusiasmo che ci deve
contraddistinguere».
Porgiamo i nostri migliori auguri al concittadino, al
professore, al Rettore che porti sempre un po’ della sua terra nel cuore e che non dimentichi mai il volto di quei giovani (il cosiddetto futuro, in pratica) che ha incontrato nel suo
cammino e che ancora incontrerà…