Protagonisti
già dallo scorso anno, gli alunni della IIIF della Scuola Primaria “N.Fornelli”, hanno partecipato al progettoANMVI (Associazione
Nazionale Medici Veterinari Italiani) –
PANINI “Qua la zampa”.
Il
progetto, guidato dal dottor Gaetano Cariello, si è articolato in diverse tappe le
ultime delle quali hanno previsto una visita presso il Centro Recupero Tartarughe Marine del WWF di Molfetta (BA) diretto dal
Sig. Pasquale Salvemini.
Sono
state recuperate tre tartarughe con reti a strascico da alcuni pescatori di Bisceglie,
del motopeschereccio “La nuova Giovanna”. Erano in buone condizioni di
salute.
La
degenza è stata di circa tre mesi il tempo necessario per superare il periodo
invernale, decisamente non ottimale per il rilascio di questi rettili.
I
bambini hanno concluso la loro emozionante avventura, lo scorso sabato 4 maggio,
assistendo alla liberazione delle tartarughe in mare aperto.
La
collaborazione è stata fondamentale da parte della Guardia Costiera e della Lega
Navale della Vela di Molfettache ha accompagnato i bambini in questa splendida esperienza.
«Capisci
che sono pronte per essere liberate –
ci spiega Pasquale Salvemini –quando vedi che nuotano bene in vasca, che
cacciano il cibo, principalmente pesce ma anche crostacei. Quando lanciano il messaggio
di ricerca della libertà».
I bambini, curiosi, hanno
chiesto «Ma non ti eri affezionato alle
tartarughe?»
«Sì,certo,
sono animali che hai in cura per mesi, che segui in tutti i loro percorsi. Si
cerca di non affezionarsi troppo all’animale per evitare che possa perdere il
suo istinto selvatico, ma nel contempo si crea quel rapporto sinergico tra
padre e figlio dove cerchi di spronare l’animale nella fase di ripresa e di
crescita.
Ogni
momento di liberazione è sempre legato ad un periodo o ad una storia dell’animale.
Quando le liberi cresce in te quell’emozione forte che si lega non solo alla
libertà, ma al fatto che possano tornare a nuotare senza ulteriori altre pause
nei centri di recupero o ancor peggio che possano arrivare carcasse sulle
nostre coste.
Mi
spiego meglio, il più delle volte questi animali sono vittime della forte
pressione di pesca che si svolge lungo tutto l’Adriatico ma anche in tutto il
bacino del Mediterraneo, quindi, capita spesso che una buona parte delle
tartarughe una volta liberate dopo qualche giorno possano essere ri-catturate
“accidentalmente” dai pescatori. Il più delle volte se la cattura con
le reti a strascico si sviluppa per ore purtroppo gran parte di loro muoiono
per annegamento.
Mi
è capitato di liberare tartarughe nel golfo di Manfredonia e, che le stesse,
siano state ricatturate per ben due volte da pescatori diversi entro le 48 ore
dalla liberazione.
Quindi
quel dubbio mi rimane pur sempre vivo»
L’importanza che sin dalla
tenera età si sia in contatto con la natura a 360° è innegabile. Abbiamo
chiesto a Pasquale Salvemini un suo parere sulla decisione da parte di molta
gente di tenere dentro casa un animale domestico.
«È
importante lanciare il messaggio che gli animali così come le piante fanno
parte integrante del nostro pianeta, sono ricchezza e fonte di biodiversità
quindi ritengo assurdo che nel terzo millennio dobbiamo usare molte specie
“animali e vegetali” come oggettistica d’arredamento!
Mi
riferisco a rettili esotici, uccelli e pappagalli, animali particolarmente
pericolosi e per chiudere alle classiche tartarughe d’acqua dolce che
puntualmente una volta diventate grandi vengono abbandonate, da chi vanta di
averle amate.
Il
più delle volte, anche questo per esperienza, vengono liberate in mare perché molti le confondono per tartarughe marine. Ovviamente
il loro destino è segnato».
È stato orgoglioso ilDirigente scolastico, Carmine D’Aucelli che «fare queste esperienze aiuta i
bambini a vivere la scuola, la natura, la vita, appieno.
Investire in queste attività
significa molto per me, vedere i bambini contenti con un bagaglio culturale che
va oltre le mura scolastiche è una grande gioia».
Impeccabili e lodevoli le
quattro maestre accompagnatrici, Salierno, Ruggiero, Piglionica e Sotero.