Mi riesce difficile inserire la dislessia nel campo delle disabilità. Non a caso la nuova terminologia la definisce come Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Sono lontani i tempi in cui veniva confusa con il ritardo mentale. Possiamo affermare che non è una patologia invalidante, a tal punto da impedire qualsiasi tipo di attività. Ritroviamo tra gli uomini che ne hanno sofferto, uomini del calibro di Michelangelo o Leonardo, Einstein o Marlon Brando.
Negli ultimi anni si è parlato molto di dislessia e la ricerca scientifica sull’argomento è molto attiva; nonostante ciò non si è ancora giunti a una conclusione sulle sue cause e uno degli ultimi filoni di ricerca in tal senso riguarda il rapporto fra musica e dislessia e, in particolare, la correlazione tra dislessia e difficoltà di tipo ritmico.
Siamo ben lontani dal dire se questa spiegazione sia esaustiva e se un’effettiva difficoltà nel senso del ritmo contribuisca realmente a spiegare le difficoltà in lettura, ma di sicuro questa teoria ha spinto diversi scienziati a condurre esperimenti legati a questa ipotesi.
Una recente ricerca condotta da diversi ricercatori italiani hanno ipotizzato che un allenamento di tipo musicale (basato principalmente sul ritmo) potesse avere ripercussioni positive anche sulla capacità di lettura in ragazzi dislessici. In passato diverse ricerche hanno mostrato diversi cambiamenti a livello cognitivo e neurofisiologico in qualche modo legati all’attività musicale, tra i quali anche migliori capacità linguistiche e di lettura.
In questo caso però i ricercatori hanno voluto analizzare gli effetti di un training musicale e di un training di pittura in due gruppi di persone fra gli 8 e gli 11 anni con diagnosi di dislessia evolutiva. Entrambi i gruppi inoltre venivano impegnati in un trattamento standard relativo alle abilità di lettura.
Può sembrare bizzarra come ipotesi, ma già molti studi scientifici hanno preso in considerazione la relazione tra musica e dislessia e alcuni di essi hanno messo in evidenza che le abilità ritmiche nei bambini hanno mostrato capacità predittiva rispetto ad abilità fonologiche e di lettura.
Entrambi i gruppi di bambini sono stati sottoposti a molte prove, prima e dopo il periodo di trattamento (durato 7 mesi): vari test facenti parte di una batteria per il QI, test di lettura, test sulle abilità fonologiche, test di attenzione uditiva e test relativi a ritmo e processamento temporale.
I risultati hanno mostrato interessanti effetti dei due tipi di training: il gruppo allenato sulla pittura ha mostrato maggior incremento delle prestazioni al test di ragionamento visuo-spaziale, mentre il gruppo allenato sulla musica ha ottenuto punteggi più alti relativamente a correttezza nella lettura, attenzione uditiva e capacità fonologiche.
Siamo ancora ben lontani dal capire tutto sulla dislessia, o anche soltanto da comprendere la relazione fra musica e dislessia, ma sicuramente questi dati fanno riflettere su quanto molte attività divertenti possono anche essere utili e rendere l’apprendimento meno doloroso nella psicologia di questi soggetti.