Colomba Caselli ha “il viso di una
guerriera”, occhi grandi verdi e spalle larghe, ma non abbastanza da
sopportare il peso che si porta dietro da mesi.
È un poliziotto e dovrebbe essere
abituata a fronteggiare casi disperati, eppure quegli occhi tristi sono
indicativi del suo stato d’animo.
Colomba è provata, dopo un grave incidente
sul lavoro di cui si ritiene responsabile e da cui è uscita fortemente
indebolita, nel corpo e nello spirito, ha chiesto un’aspettativa per combattere
contro i suoi demoni.
Ma ora non c’è più tempo per le paranoie,
Colomba deve mettere da parte le sue ansie e tornare subito a lavoro. in uno
dei tanti parchi di Roma, affollato dai cittadini in fuga dalla calura estiva è
successo un fatto increscioso.
Una donna è stata rinvenuta decapitata e il suo
figlioletto di sei anni non si trova più.
Il marito e padre del bambino, dopo
essersi svegliato dal riposo pomeridiano, ha fatto la macabra scoperta.
Entra in scena la seconda figura cardine del
romanzo: Dante Torre, meglio noto come “l’uomo del silos”.
Quarantadue anni, psicolabile, follemente claustrofobico – non può
assolutamente stare al chiuso e al buio – bloccato da altre fobie e difetti.
Ma
è bravissimo nel cogliere le sfumature, le note discordanti, percepisce le
emozioni e sa leggere il volto di una persona.
Ha alle spalle una storia
tremenda di abusi e prigionia, rapito da bambino è stato tenuto in ostaggio per
undici lunghi anni, dai sei ai diciassette anni, in un silos dal terzo
personaggio del romanzo – il misterioso uomo chiamato da Dante “Il
Padre”.
Quella di Dante è stata un’esperienza ai limiti
della follia. Privato di ogni contatto con ogni essere umano – ad eccezione del
Padre stesso – ammaestrato come una bestia, punito o premiato a seconda dei
voleri del suo carceriere, Dante conosce la libertà solo da adolescente, e da
adulto è l’unico a credere che il Padre sia ancora in circolazione, e non sia
invece il contadino trovato suicida anni prima.
Il sospetto è diventato certezza quando nei
pressi del luogo del rapimento del bambino viene ritrovato un fischietto da
boy-scout. Era un portafortuna che il “Figlio” conservava durante la prigionia.
Il “Padre” è tornato, dopo tutti questi anni.
“Padre” è lì fuori ad attenderli e
loro non possono più tirarsi indietro.