Cari lettori oggi parleremo dello sviluppo cognitivo
considerando ogni tappa e i relativi
cambiamenti che trasformano pian piano il bambino in uomo.
Per sviluppo
cognitivo si intende lo sviluppo delle attività intellettive che
comprendono capacità come: una buona disposizione a memorizzare e apprendere,
abilità nel risolvere i problemi, a capire velocemente ed elasticità d’uso
degli schemi mentali.
Piaget distingue 4
stadi di sviluppo cognitivo per l’individuo:
Stadio
Sensomotorio (dalla nascita ai 2 anni): il bambino
comprende il mondo in base a ciò che può fare con gli oggetti e con le
informazioni sensoriali. L’intelligenza consiste in schemi di azione pratici
che gradualmente si coordinano dando luogo a sequenze comportamentali più
ampie. La risposta del bambino all’ambiente è di tipo sensoriale e motoria, il
bambino reagisce al presente immediato, non fa progetti non si propone scopi e
non ha una rappresentazione interna degli oggetti.
Stadio
preoperatorio (2-6 anni): avviene la conquista della
rappresentazione, il bambino si rappresenta mentalmente gli oggetti e comincia
a comprendere la loro classificazione in gruppi, è in grado di usare simboli,
immagini, parole che rappresentano altre cose. Le principali manifestazioni
sono l’imitazione differita, il gioco simbolico e il linguaggio. È la fase
dell’egocentrismo intellettuale, il bambino pensa in modo egogentrico in quanto
non riesce a immaginare che la realtà possa presentarsi ad altri diversamente
da come lui la percepisce. Il pensiero è pre-logico e le azioni mentali sono
rigide e irreversibili.
Stadio
operatorio concreto (6-12 anni): la capacità logica del
bambino progredisce grazie all’introduzione di nuove operazioni mentali. Il
bambino è ancora legato a esperienze specifiche, ma è in grado di compiere
manipolazioni mentali e fisiche. Le operazioni mentali isolate diventano
concrete, le strutture mentali sono caratterizzate dalla reversibilità che
segna la genesi del pensiero logico.
Stadio
operatorio formale (12 anni in poi): le operazioni formali
consentono il ragionamento ipotetico-deduttivo. Si opera su un piano puramente
astratto senza supporti materiali. Il ragazzo comincia a pensare in termini di
eventi possibili ed anche di fatti non reali.
Questo sviluppo, invero, non avviene sempre in modo così lineare, complicato, com’è, dalle stimolazioni socioculturali e dalle stesse
esperienze personali compiute dall’individuo. Dunque, ciò che sembra restare
immutato è l’ordine degli stadi, ma non i percorsi e le modalità con le quali
essi si organizzano.
I sistemi cognitivi
non sono né semplicemente innati, né tantomeno appresi attraverso un mero
esercizio mimetico sulla realtà, bensì sono costruiti appunto dal soggetto nell’interazione dinamica con
l’ambiente.
Cari lettori spero di
aver spiegato al meglio questa parte dello sviluppo cognitivo che sicuramente
riprenderemo in futuro.
Inoltre vorrei
annunciare la momentanea sospensione di questa rubrica, nei prossimi giorni
sarò impegnata in un progetto cui tengo davvero molto “LA COSTRUZIONE DELLA MIA
FAMIGLIA”, oggi vi saluto e vi do appuntamento a dopo l’estate….voglio
lasciarvi con una citazione di Shakespeare: “CHI SEMINA AMORE RACCOGLIE
FELICITA’”. Arrivederci a presto…