“Povero il mio Edo
cosa gli è successo al mio Edo piangi bambino mio cosa è mai capitato alla
nostra famiglia una disgrazia come dobbiamo fare ora povero Edo senza la mamma
e il papà”.
Travolto da un fiume di parole, che gli si
riversa addosso insieme al profumo dolciastro della zia, Edo, tredici anni,
capisce che qualcosa di irreversibile è successo e che i genitori non
torneranno più a casa. Per fortuna gli zii hanno pensato a tutto: Edo andrà a
vivere con loro e la vita riprenderà il suo normale corso. Solo che lui non ha
nessuna intenzione di seguirli, non fa scenate, semplicemente si rifiuta di
lasciare casa sua.
Liberata dalla presenza ingombrante e
logorroica degli adulti, la casa di Edo diventa il polo d’attrazione di una
serie di personaggi bizzarri: le gemelline dai caratteri complementari Greta e
Lavinia, che emettono “risatine che
fanno scricchiolare l’aria” e lo iniziano al mistero della femminilità
in boccio, il compagno Enea, che si sforza di coinvolgere un recalcitrante Edo
nelle avventure in bicicletta sull’argine del fiume, uno stralunato
rappresentante di aspirapolvere, ossessionato dai germi che secondo lui si
annidano negli scarichi. Uno spazio magico, affrancato dalle regole restrittive
del mondo adulto, finché a violarlo giungeranno tre minacciosi visitatori, che
costringeranno Edo a fare i conti con la propria solitudine.