Con 33 voti favorevoli è stata approvata, qualche giorno fa, la proposta di legge finalizzata alla tutela della retribuzione minima salariale nei contratti della Regione Puglia, presentata dal consigliere Antonio Tutolo (gruppo “Per la Puglia”).
Cosa significa?
Che, nel marasma del lavoro povero e/o mal retribuito che attanaglia (anche) i lavoratori pugliesi, la Regione deve indicare in tutte le procedure di gara.
Che al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto di appalti pubblici e concessioni sia applicato il contratto collettivo maggiormente attinente alla attività svolta stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore.
A questo si aggiunge anche il compito di verificare e prevedere che i contratti indicati nelle procedure di gara prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a nove euro l’ora.
E deve verificare, qualora gli operatori economici dichiarino, in sede di offerta, un differente contratto collettivo da essi applicato, che tale diverso contratto garantisca ai dipendenti le stesse tutele di quello indicato dalla stazione appaltante.
Su proposta del consigliere di “Fratelli d’Italia”, nonché vicepresidente dell’assise Giannicola De Leonardis, è stata estesa l’applicazione della norma alle Asl, Aziende ospedaliere, Sanitaservice, agenzie regionali e a tutti gli enti strumentali.