Da inizio anno è partita la rubrica del giornale daBitonto “Bitontino/a dell’anno”. Il profilo segnalato alla pagina facebook della testata è quello di Michele Ardino, che andiamo a presentarvi. Vi ricordiamo che continueremo a raccontare le storie dei concittadini che si sono distinti nel corso dell’anno secondo i criteri che comprendono: attività benefiche e di volontariato, iniziative a favore del prossimo, tesi di laurea che valorizzano il patrimonio storico-artistico della città, e progetti rivolti alla comunità. Invitiamo tutti i cittadini a segnalare figure meritevoli, contribuendo così a rendere la nostra città ancora più vivace e attiva. Le persone selezionate per questa rubrica saranno scelte esclusivamente a insindacabile giudizio della redazione, con l’intento di mettere in luce i cittadini che con il loro impegno quotidiano fanno la differenza nella nostra comunità. Sono esclusi da questa selezione i personaggi pubblici già noti, poiché l’obiettivo è celebrare chi, con azioni concrete, arricchisce la città di Bitonto, spesso lontano dai riflettori. La cerimonia di premiazione si terrà in occasione della Giornata del Gonfalone, il 27 maggio, un momento di celebrazione che unisce la tradizione e il valore della comunità.
C’è una storia, lunga 40 anni, che corre lungo le strade di Bitonto. Una storia fatta di silenzi condivisi, battute nei tragitti di ritorno, confidenze ascoltate. È la storia di Michele Ardino, storico autista comunale, che ha accompagnato ben 6 sindaci, da Michele Coletti fino a Francesco Paolo Ricci, passando per nomi come Umberto Kuhtz, Nicola Pice, Raffaele Valla e Michele Abbaticchio. Una vita trascorsa tra i corridoi del Comune e le curve della città, con la discrezione e la presenza silenziosa di chi sa esserci, senza mai imporsi.
Ma Michele non è stato soltanto l’uomo del volante. È stato orecchio, confidente, testimone. Sempre con quel sorriso buono che metteva a proprio agio anche il più agitato dei politici. Un punto fermo nelle stagioni che cambiavano.
Oggi, in pensione, è diventato nonno sprint, ma non ha smesso di far battere tamburi e cuori. Con la sua band, “Re Tataranne De Vetonde”, continua a suonare la sua Bitonto: il dialetto, la musica popolare. E lo fa dietro la batteria, come si fa dietro un volante: col ritmo nel sangue e l’amore per la sua gente nel cuore.
Michele Ardino è uno di quei bitontini che ci ricorda che la storia di una città non si scrive solo negli atti ufficiali, ma anche nei gesti semplici e nella fedeltà quotidiana. Per questo, è il nostro bitontino dell’anno.