Ad un uomo di straordinaria qualità, «abbiamo deciso di intitolare il pronto soccorso del Policlinico di Bari che lui stesso aveva progettato». Sono le parole del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine dei funerali del dott. Vito Procacci. E’ «una cosa che lui si è meritato sul campo e quindi confermiamo il nostro affetto verso di lui verso lui, la famiglia verso, tutti i suoi collaboratori».
Emiliano ha ricordato come Vito Procacci sia stato, per anni, «compagno di lavoro quotidiano. Le difficoltà di riorganizzazione dei pronto soccorso delle città più grandi di tutta la regione è avvenuto anche grazie suo lavoro. Noi abbiamo riprogettato tutto il pronto soccorso del policlinico di Bari con i suoi suggerimenti e in questo momento ci prende uno smarrimento avere perso un punto di riferimento importantissimo, un uomo di grandissima umanità, capace di parlare con le persone anche di dovere, alle volte, comunicare notizie terribili e contemporaneamente fare coraggio ai giovani che formava all’interno del pronto soccorso».
Il governatore ha ricordato di aver sentito Procacci circa cinque ore prima dal tragico evento: «C’era una situazione molto grave al Policlinico. Stavamo perdendo un paziente, bisognava spiegarlo alla famiglia, lui non c’era e i collaboratori non riuscivano a spiegarlo con dovuta efficacia. In qualche modo l’ho sostituito e l’ultimo messaggio di Vito è stato “Grazie, perché questa volta io non ero in grado di farlo e l’hai fatto tu”. Perché lui, oltre alla grande capacità professionale aveva una empatia straordinaria».
Procacci era un uomo che incarnava il futuro, per lui rappresentato dai giovani: «Faceva degli incontri singoli con i tirocinanti che ancora dovevano decidere quale specializzazione intraprendere e cercava di spiegare quanto era bella la professione dell’emergenza urgenza – ha ricordato il direttore generale del Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce –. Questo lo faceva soltanto lui».
«Oggi (ieri per chi legge, ndr) si è riunito il consiglio dell’Ordine dei Medici – ha detto il presidente Filippo Anelli – e abbiamo deliberato che, il 12 settembre, al Petruzzelli ricorderemo Vito assegnandogli il premio della Buona medicina».
Buon medico e buon cittadino che «incarnava quel senso di appartenenza alla nostra città – ha detto il sindaco Francesco Paolo Ricci -: Vito si caratterizzava soprattutto per la sua estrema generosità, ma soprattutto per la sua grande passione per quelle che erano le nostre tradizioni, la nostra storia, i nostri riti che poi applicava materialmente quando faceva il medico. Era chiamato a fare il medico, non il direttore del pronto soccorso, perché lui si esponeva in prima linea. Quindi posso dire che Vito per noi è un esempio e rimarrà un esempio di cittadino che ha dato tanto per la nostra comunità, ma ha dato tanto anche per il territorio vasto e questo è un bell’esempio di come si può essere cittadini attivi, cittadini esemplari».
E tra quelle pietre, che lui così tanto amava, hanno risuonato le sirene delle “sue” ambulanze: un ultimo pianto, un ultimo saluto, tra gli abbracci di chi lo ha amato.