«Faccio davvero fatica a esprimere un concetto lucido e lineare, ma forse è meglio così. Grazie al mio team che è stato straordinario. Questo traguardo incredibile è una carezza al cuore e all’anima». Così parlò Angelantonio Acquaviva, sedendo e mirando un risultato (l’ennesimo) straordinario della sua carriera, cominciata come cestista ma adesso tempestata di gare Ocr e Spartan. Per chi non lo sapesse, l’istruttore bitontino è (stato) uno dei 12 membri della “Southern Heroes” che due mesi fa esatti ha alzato oltre 50mila chili di ferro.
No, non è uno scherzo. Il numero è veramente da capogiro: poco più di 52mila chili. È il peso sollevato sabato 15 giugno in un’ora di tempo stabilendo il nuovo record mondiale di kettlebell swing ma diventato ufficiale soltanto ieri dopo un’attenta e prolungata analisi della giuria di gara. I campioni, oltre al nostrano Angelantonio, sono Francesco Rosato, Valentina Perlangeli, Nicola Cacciapaglia, Vincenzo Manobianco, Andrea Palmisano, Emy Lopresto, Leonardo Micera, Alessio Chianca, Ida Cimmino, Francesco Russo, Ciro D’angelo. Due mesi fa si sono messi in testa di fare una impresa per nulla alla portata di tutti: sollevare in un’ora di tempo, rigorosamente davanti a testimoni super qualificati e a una giuria altrettanto esperta e attrezzata, oltre 28mila chili di ferro affidandosi esclusivamente a tecnica, forza delle braccia, bacino e delle gambe. Il record era del 2018 e apparteneva alla squadra statunitense “Johnny’s Fit Ohana”. Ebbene, gli “Heroes” non solo hanno superato questa misura, ma l’hanno disintegrata facendo quasi il doppio. Ma cosa è la kettlebell? Un attrezzo vecchia scuola che ancora oggi popola le palestre. Costituito da una sfera di acciaio o ghisa e provvisto di un manico, viene sollevato al fine di potenziare la forza e la resistenza fisica. Anche noto come ghiria, questo attrezzo affonda le origini nell’antica Grecia, dove faceva la sua comparsa durante i giochi olimpici. A Santeramo questi 12 maestri in un’ora di tempo dovevano sollevare tutto piegandosi sulle gambe con degli squat e facendo volare in aria la sfera di ferro, ovviamente il tutto in modo controllato e tecnicamente perfetto.
«Siamo – spiegava il team in una nota pre gara – un gruppo di atleti e amici accomunati dalla passione dello sport. Ci siamo conosciuti praticando Ocr (Spartan e corse a ostacoli). Ciò che ci ha sempre affascinato di questa disciplina è la metafora che si cela dietro: quei muri da superare sono soprattutto gli ostacoli che si incontrano nella vita; quegli appigli da non lasciare sono gli affetti, i valori, i principi a cui aggrapparsi con tutte le forze nei momenti più bui; quelle assi su cui camminare in equilibrio sono quei periodi della vita in cui ti senti cadere, in cui sei in bilico e quindi cerchi di mantenere il focus sul tuo obiettivo». Ebbene, gli ostacoli sono stati abbattuti come fossero birilli.