«Gesù non ci chiama ad essere eroi, ma giusti. Il giusto anche se muore prematuramente si trova in un luogo di riposo. Giuseppe ha ritrovato la sua giustizia nell’aver amato. È questa la nostra più grande consolazione: un amore così forte ed eterno». Sono le parole di don Tommaso Genchi, vice parroco della basilica pontificia dei Santi Medici Cosma e Damiano di Bitonto, che ieri ha celebrato il rito funebre di Giuseppe Saponaro, l’imprenditore 47enne che ha donato la sua vita per amore delle sue bambine di 11 anni ogni giorno fino a sabato scorso, quando si è tuffato tra le onde del mare brindisino di Forcatella per trarle in salvo e portarle fin su quella riva che non riuscivano a raggiungere da sole. Negli occhi di Rita, Maelle e della loro mamma Katia, tanto dolore che continua a volersi fare sentire e a richiedere quell’abbraccio da cui non avrebbero mai voluto slegarsi. «Noi, in questo momento, non possiamo fare altro che starvi vicino con il nostro silenzio perché nulla può compensare la mancanza di un marito e di un padre che ora vive in una vita eterna che è fatta di amore». La voce di don Genchi era soffocata dalla commozione per un dolore a lui non estraneo e doppiamente vicino a queste bambine a cui insegna religione tra i banchi di scuola. Ha letto il messaggio di don Vito Piccinonna, rettore della basilica, e ha parlato di forza e consolazione che solo in un sentimento genuino e nella parola di Dio possono ritrovarsi. «Giuseppe vi ha lasciato in eredità un amore che non ha confini, che lascia nel cuore un segno indelebile che neanche la tragedia e i sensi di colpa più grandi possono eliminare». E come l’incenso, bruciando non troppo lentamente, si è levato in chiesa, simbolo di una preghiera gradita a Dio, così l’imprenditore bitontino è volato via salutato dai suoi cari con messaggi di cordoglio. Tra i tanti, quello che le volontarie dell’Associazione mariana assistenza sollievo infermi di Bari hanno rivolto ai genitori del 47enne defunto: «Perdere un figlio è perdere un pezzo del proprio cuore. Ora, però, siete chiamati a un compito che avete fatto sempre bene, dovete fare i nonni per queste due meravigliose bambine. Dovete aiutarle a crescere e dare loro tutto l’affetto di cui hanno bisogno. Giuseppe è sempre con voi e dal paradiso proteggerà tutta la sua famiglia». Stessa consapevolezza è nella preghiera letta da una compagnia di classe delle due gemelline: «Il vostro papà continuerà a seguirvi in ogni passo, a gioire dei vostri successi, a darvi la mano nelle piccole cadute che dovrete affrontare, a essere presente nei momenti importanti della vostra vita. Il legame tra padre e figlie nulla potrà reciderlo, va oltre ogni limite. O Signore, che la tua ala sostenga tutta la famiglia di Maelle e Rita». Parole forti, come quelle mani che le hanno sorrette durante tutta la cerimonia. Le due gemelline erano sedute con i loro compagni di scuola e i professori, ma non perdevano mai di vista la loro mamma, al primo banco della chiesa. Chiunque ha percepito il suo desiderio di restare a un millimetro dal suo amato marito. Tra lacrime e sospiri, è rimasta impietrita di fronte al legno grigio della sua bara e alla sua foto, quasi si aspettasse un ultimo bacio. Ha raccolto le condoglianze dei suoi cari e dei rappresentanti delle istituzioni comunali: il vicesindaco uscente Rocco Rino Mangini, il neo sindaco Francesco Paolo Ricci e il comandante della polizia locale Silvana Dimundo. Con silenzioso rispetto, hanno poi accompagnato la famiglia Saponaro nel cammino di fede del feretro unendosi al conforto del parroco: «Non vi lasceremo mai soli».