Volge al termine il percorso di educazione alla cittadinanza presso l’Istituto comprensivo Sylos con “Una speranza di nome Europa”. Nel titolo dell’evento, tenutosi martedì, si racchiude la ricerca della pace. Tra le pagine dei libri di storia si legge, infatti, che l’Europa è nata per unire i paesi lacerati dal secondo conflitto mondiale, «purtroppo anche oggi, in modo del tutto inatteso e imprevedibile, stiamo vivendo l’incubo della guerra nel nostro continente -ha dichiarato Filomena Bruno, dirigente scolastica-. Di fronte a tante incertezze e preoccupazioni per questo tentativo non vogliamo arretrare sui temi dei diritti, cedere alla logica di potenza e di sopraffazione di un popolo sull’altro. Su questo la scuola deve essere in prima linea». Può formare cittadini sensibili e consapevoli dell’importanza dei diritti, può fare comprendere cosa significa vivere in un paese unito e infondere la speranza che la pace possa trionfare sempre. Gli alunni delle classi seconde della secondaria di primo grado del Sylos hanno riflettuto proprio su questo. «Cosa vuol dire essere cittadino europeo? Conoscere il contesto, le motivazioni e le varie tappe che hanno portato alla costruzione dell’Europa unita -ha aggiunto la dirigente- ma soprattutto avere la consapevolezza dei diritti che ne costituiscono il fondamento. Dignità umana, solidarietà, uguaglianza, democrazia, libertà e diritti umani: valori che impregnano la storia e l’agire politico dell’Unione europea». Queste risposte sono state date dagli studenti, durante l’evento di martedì, con l’arte. C’è stata la sfilata di un corteo di sbandieratori, l’esposizione delle bandiere, è stato cantato l’”Inno della gioia”, ma non solo. Ci sono state esibizioni di danza, performance teatrali, sono stati realizzati personaggi in costume e miniature di monumenti europei. Belli anche i cartelloni, i disegni e l’allestimento di dieci stand con la produzione ed esposizione di gadget. «Sono stati raccolti fondi per solidarietà con l’Ucraina», ha concluso la dirigente. «Abbiamo bisogno di credere in un futuro diverso, perché davvero l’Europa, come affermava il compianto presidente David Sassoli, ‘ci può aiutare a stare meglio al mondo’».