Un antico proverbio medievale dice che “Nel paese dei ciechi, chi ha un occhio è re”.
I “Beati monoculi in terra caecorum” a Bitonto sono i nostri semafori. Restati monocoli, appunto. Lampeggiano solo con l’arancione in diverse zone della città.
Gli impianti semaforici sono quasi sempre spenti, mal funzionanti e i problemi vengono da molto lontano.
Da quando ci raccontavano, quasi dieci anni fa, che c’erano i topi che mangiavano i fili e rendevano impossibile la loro sistemazione.
A febbraio scorso per la manutenzione semaforica (ma anche per la segnaletica verticale e orizzontale) è stato staccato un assegno da 27 mila euro – parte del provento delle contravvenzioni per le violazioni al codice della strada – senza considerare i 50 mila spesi per rendere due impianti (via Calatafimi all’angolo con via Alessandro Volta e quello all’angolo con via Crocifisso) adeguati alle esigenze dei non vedenti.
Recentemente erano stati persino oggetto di una interrogazione da parte del consigliere Francesco Toscano (e della compagine dell’opposizione) dove si sottolineava come il mancato funzionamento metta “serio pericolo l’incolumità di persone e di veicoli” specie – aggiungiamo – in alcuni particolari incroci, ma anche in pieno centro. Toscano aveva anche chiesto all’amministrazione i tempi “per la riparazione”.
Non mancano, inoltre, le lamentele degli automobilisti, specie all’incrocio di via Burrone: quella strada è diventata fondamentale arteria per il traffico specie nelle ore di punta del mattino, quando diversi cittadini si recano sul posto di lavoro.
E magari ci direte, come si vede in questa foto, che sopra il semaforo c’è lo Stop: ma perché qualcuno la rispetta la segnaletica verticale e orizzontale?