Nella serata di ieri, è stata pubblicata la lettera di addio dell’ormai ex presidente Francesco Rossiello ai tifosi neroverdi.
Leggiamo.
“Care tifose, cari tifosi neroverdi.
Dopo mesi di silenzio, ho deciso di scrivere questa lettera aperta per comunicarvi le motivazioni che hanno portato al mio disimpegno da presidente dell’U.S. Bitonto Calcio. Si tratta di una decisione sofferta, dolorosa, maturata nel tempo e figlia di una visione a trecentosessanta gradi della gestione del club neroverde sotto la mia presidenza.
Sin da quando sono entrato nel mondo del calcio bitontino, nel lontano autunno del 2014, mediante il progetto “Omnia”, ho provato a portare entusiasmo e innovazione nel modo di fare, vivere ed intendere il calcio nella nostra città. Un percorso che ha avuto una accelerata significativa nell’estate del 2018 quando, con la promozione in Serie D – categoria che mancava da ben otto anni a Bitonto – di comune accordo con l’allora sindaco Michele Abbaticchio, abbiamo deciso di unire l’intera città sotto i simboli storici del calcio nostrano, il nero e il verde, il nome U.S. Bitonto Calcio e, dopo una stagione, rilanciando il logo storico del leoncello.
Il nostro intento è stato sempre quello, dal primo giorno, di primeggiare. Sul campo, con i risultati sportivi, con squadre in grado di lottare per i primi posti e provare a vincere i propri campionati, e al di fuori, con il garbo e lo stile di rapportarsi agli avversari. I riconoscimenti ricevuti negli anni sono stati il nostro dono all’immagine di Bitonto.
È stato un percorso entusiasmante e vissuto sempre con quel sogno nel cuore di portare finalmente la città di Bitonto tra i Professionisti. Ci siamo riusciti, ma ahimè una sentenza severa, ingiusta, oltremodo penalizzante – se rapportata a quanto accaduto in altre circostanze con altre squadre – ha negato al nostro progetto ed all’intero territorio di Bitonto di approdare per la prima volta in Serie C. Conquistata meritatamente sul campo, scippata con incoerenza in un’aula di tribunale.
Indubbiamente, questo è stato il passo che ha segnato la svolta di questi anni. Eppure, nonostante la delusione, le ripercussioni morali, emotive ed (anche e soprattutto) economiche, siamo ripartiti. Per provare a riprenderci il maltorto. Lo abbiamo fatto provando a portare avanti sempre quella sorta di “rivoluzione culturale e sportiva” nella città: costruire una nuova visione, una nuova identità, un nuovo modo di vivere il calcio.
E, quindi, con orgoglio e serenità mi permetto di ricordare prima a me stesso e poi a tutti coloro che ci hanno sostenuto in questi anni quanto è stato fatto, da tutta la squadra dell’U.S. Bitonto (composta non solo da chi ogni domenica scendeva in campo), a volte anche in contrasto o senza il supporto delle istituzioni o di una parte del territorio, per portare la nostra squadra laddove meritava di essere, ossia all’interno di una visione di squadra di calcio moderna:
• la registrazione del logo della nostra società per dare ancor più valore, risonanza ed importanza ai colori della squadra; la nostra insegna, il nostro fattore distintivo, il nostro biglietto da visita, quel segno di riconoscimento che portato sul petto anche per strada ha permesso di individuare la nostra squadra;
• di pari passo con la registrazione del logo v’è stato il rilancio del merchandising, con l’attivazione dello shop online e la possibilità di tornare ad acquistare dopo anni prodotti ufficiali della squadra; le nostre maglie hanno ripreso a girare non solo nel nostro centro cittadino;
• il potenziamento dei canali di comunicazione per restare al passo coi tempi; il tifoso, anche se non fisicamente presente, ha avuto la possibilità di assistere, tifare, coltivare la propria passione, vedendo la partita o seguendo i contenuti sportivi della squadra;
• abbiamo avvicinato ancora di più i tifosi distanti alla propria squadra offrendo una serie di servizi innovativi e senza alcun precedente: la trasmissione in diretta delle gare ma soprattutto il “Bitonto Channel”, il primo canale monotematico sul calcio bitontino, che offrisse quotidianamente contenuti, argomenti, idee e spunti di riflessione sulla nostra passione. Assieme ad un manipolo di professionisti del settore, entusiasti dell’idea;
• abbiamo celebrato il Centenario nonostante i limiti e le imposizioni causate dal Covid;
• abbiamo provato ad avvicinare sempre più sostenitori mediante campagne di abbonamento a prezzi popolari.
Al riguardo permettetemi una precisazione, al fine di chiarire le distorte, ingiuste e fuorvianti accuse secondo cui avremmo aumentato il costo del biglietto nella stagione 2021-2022: l’U.S. Bitonto Calcio proponeva in quella stagione i costi degli abbonamenti tra i più bassi dell’intera categoria, con l’intento chiaro di fidelizzare i tifosi, avere uno stadio di abbonati che potessero usufruire di tanti servizi, dal “Bitonto Channel” allo sconto sullo shop online; con l’abbonamento il costo del biglietto è stato mediamente per la tribuna coperta a meno di 10 euro a partita e uno di gradinata scoperta a meno di 6 euro a gara. È probabile che non siamo stati tanto efficaci nel comunicarlo, cosicché qualcuno prontamente, con scarsa onestà intellettuale, è riuscito a distorcere l’effettivo scopo fidelizzante della campagna abbonamenti.
Ed arriviamo al “capitolo stadio”, forse tra i capitoli più difficili di questa gestione dell’U.S. Bitonto degli ultimi anni. Da un lato una struttura obsoleta, non fruibile, non sicura; dall’altro la necessità di effettuare investimenti da parte della pubblica amministrazione e riportare nel minor tempo possibile lo stadio ad essere la casa della squadra di calcio della città.
La società U.S. Bitonto ha dovuto sostenere costi anche importanti per rendere prontamente utilizzabile almeno in via minima lo stadio per l’iscrizione ai campionati di categoria; abbiamo cercato di programmare un miglioramento dello stadio, per renderlo ancora più fruibile da parte dei tifosi della squadra, abbiamo addirittura donato alla città una nuova curva, nella quale si potesse radicare la casa dei tifosi e degli ultras della squadra del Bitonto. Con un peso al petto posso dire che quella curva quest’anno compirà quattro anni che è depositata a terra senza essere utilizzata. La squadra della città di Bitonto, che ne porta i colori e che ha una storia centenaria non ha trovato alcun valido, concreto e fattivo sostegno dalla classe politica dirigente. Ricordo prima a me stesso e poi a tutti le promesse ricevute dalla precedente amministrazione di una pronta installazione della curva o di una pronta esecuzione di lavori di ammodernamento dello stadio; tutte promesse rimaste nel vuoto! Alla fine, quest’anno sono coinvolte da opere di manutenzione straordinaria entrambe le strutture all’interno delle quali la squadra avrebbe potuto giocare iscrivendosi al campionato di categoria, ossia sia lo stadio “Città degli Ulivi”, che il campo sportivo denominato “Nicola Rossiello”, così di fatto impedendo alla squadra di giocare sul proprio territorio, davanti ai propri sostenitori.
Mi chiedo quale squadra, quale dirigenza, quali giocatori possono meritare di non giocare nella città di cui dovrebbero difenderne i colori, davanti ai propri tifosi, davanti ai propri ultras: nessuna!
Indubbio, però, che da presidente e da primo tifoso neroverde (checche ne dica qualcuno), al netto degli umani errori che la mia guida può aver commesso in otto anni, mi aspettavo di più dalla città, dalla classe dirigente politica, dalle imprese locali, da tutti coloro che ogni giorno lavorano sul territorio per migliorare la città.
Io ho sempre cercato di trasmettere e condividere una visione appassionata della vita calcistica e sportiva di questa città sia ai tifosi, sia alla classe politica, sia ai professionisti operanti in città, sia alla classe imprenditoriale, ma, purtroppo, oltre a raccogliere adesioni ed energie positive, a volte ho dovuto anche raccogliere critiche amare, immeritate ed ingiustificate. Io ho la coscienza di chi ha sempre cercato di non far mancare nulla alla squadra ed alla società e se – ribadisco – qualche errore è stato fatto nella gestione, non è stato fatto consciamente o con l’intenzione di danneggiare né la squadra, né i suoi sostenitori.
È di tutta evidenza che la farraginosità di una certa macchina amministrativa, l’impossibilità di programmare come avremmo voluto, le polemiche costanti e feroci mediante ogni canale, una contestazione dolorosa, il silenzio di chi avrebbe dovuto evidenziare determinate cose, l’ingratitudine e gli articoli pieni di odio e rancore, con insulti più o meno velati, negli ultimi mesi, hanno logorato ai fianchi questo rapporto.
Avevo deciso la strada del silenzio ma tante voci incontrollate e fuori dal coro, mi hanno portato a scrivere a cuore aperto queste parole.
Ho iniziato questo viaggio con negli occhi la voglia di cambiare l’idea di calcio a Bitonto. Ho incontrato difficoltà che non mi aspettavo, poca lungimiranza e poca unione. Lascio con la consapevolezza di aver dato il massimo per la mia città e di aver lasciato una traccia nella storia ultracentenaria del calcio bitontino ma anche col rammarico di non essere riuscito a perseguire fino in fondo gli obiettivi societari prefissati.
Auguro al leone neroverde di tornare a ruggire, ma, con un nodo in gola, posso dire che ora è giunto il tempo che lo faccia senza Francesco Rossiello al suo timone.
Grazie a tutti per il sostegno”.