“Bitonto non è una città accessibile. Il sindaco dovrebbe fare una passeggiata con me e i miei figli in sedia a rotelle, per capire i disagi che quotidianamente vivono i disabili”.
Una provocazione quella di Cristina, che già a luglio scorso ci raccontò la sua storia da mamma coraggio (leggi qui), pronta a piazzare rampe mobili e a permettere in ogni modo ai suoi Pietro e Marco, di 19 e 17 anni, di poter uscire con gli amici, frequentare corsi di musica, fare sport, o semplicemente di entrare in un locale pubblico. Rituali che diventano da “mission impossible” se la città presenta barriere architettoniche e “mentali, le peggiori” come le definisce la bitontina, poco più che quarantenne. E come ha potuto constatare sabato anche il primo cittadino.
A sette mesi dal lancio della sfida, Francesco Paolo Ricci ha deciso di raccogliere il guanto e percorrere le strade del centro cittadino con Pietro, sulla sua carrozzina elettrica, e la sua mamma.
Un giro cominciato dall’abitazione da cui il 19enne, affetto da distrofia, può uscire solo grazie ad uno scivolo, fatto costruire dalla sua famiglia a proprie spese, con il solo aiuto dell’Associazione Angeli Senza Frontiere, onlus bitontina vicina ai più fragili.
“Ma poi è costretto a procedere per strada, tra le auto in corsa, per decine di metri, perché non ci sono altre rampe in tutto il quartiere” hanno spiegato e fatto notare Cristina e suo marito Pasquale.
Insormontabili i marciapiedi anche in prossimità dei “Portici”, un’area di via Repubblica in cui hanno sede varie attività commerciali. Come pure sono inaccessibili la maggior parte dei locali.
Quasi nessun bar, supermercato, edicola, tabaccheria o negozio di abbigliamento ha un accesso facilitato per disabili.
“Prendere un gelato o un caffè, salvo nella bella stagione quando non fa freddo e ci si può accomodare nei dehors esterni, ci è precluso” confessa Pietro, che a denti stretti ammette quanto sia difficile persino acquistare il vestiario. “Qualche mese fa, non potendo entrare nel locale per via dei gradini all’ingresso, sono stato costretto a misurare un giubbotto per strada”.
Un’odissea poi pranzare o cenare fuori. “Hanno introdotto l’obbligo per pub e ristoranti di avere bagni per disabili, eppure poi non sono raggiungibili – commenta Cristina -. A qualche ristoratore ho proposto anche di mettere all’esterno il simbolo dei disabili con una croce sopra, come si fa con i cani. Mi sentirei meno offesa così, che ad essere costretta a verificare che tutto sia ok per i miei figli”. “Quando devono raggiungere degli amici in un locale – aggiunge – vado prima a fare un sopralluogo, per capire se è accessibile. Altrimenti monto subito le mie rampe portatili”.
Nel tour di sabato, soste obbligate anche dinanzi a scivoli per disabili occupati da auto in sosta vietata.
“C’è bisogno di una grande opera di sensibilizzazione” la constatazione del sindaco Ricci, che ha fotografato anche i punti più critici.
“Molti scivoli necessitano di manutenzione o di essere completamente rifatti – il suo commento -, ma via Repubblica e corso Vittorio Emanuele si sono dimostrate abbastanza percorribili. Più problematica è la situazione nelle strade interne, spesso sprovviste di rampe, con ostacoli o pali che precludono il passaggio”.
“Ho chiesto a Cristina – conclude il primo cittadino – di fornirmi ancora indicazioni e suggerimenti, utili ad integrare il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA) che presto andremo a discutere in Consiglio comunale e a candidare a finanziamento”.