Addio alle aste per la vendita degli immobili comunali, per più volte (e quindi spesso deserte), sempre allo stesso valore di mercato, perché (finalmente), asta per asta, il bene subirà un calo di prezzo fino ad arrivare a un taglio massimo del 50 per cento.
Via libera dal Consiglio comunale di martedì al nuovo Regolamento per l’alienazione e la vendita degli immobili, un provvedimento assai importante per consentire a Palazzo Gentile di snellire le procedure di vendita, di fare (vera) cassa con le alienazioni e di riuscire a piazzare gli storici immobili della Asv, ancora in attesa di compratori dopo quattro aste andate deserte. La grande novità, allora, sta all’articolo 12, quello, appunto, che disciplina le aste deserte. Da adesso in poi accadrà che “qualora la prima asta vada deserta, il responsabile delle alienazioni indice una seconda asta riducendo del 15 per cento il valore di stima del bene. Nel caso in cui anche la seconda asta vada deserta, il responsabile delle alienazioni indice una terza asta riducendo del 30 per cento il valore originario di stima del bene. Nel caso in cui anche la terza asta vada deserta, il responsabile delle alienazioni indice una quarta asta riducendo del 40 per cento il valore originario di stima del bene. Qualora l’asta pubblica vada deserta per quattro volte consecutive, il Consiglio comunale può deliberare di procedere all’alienazione del bene a trattativa privata, riducendo il valore originario di stima del bene fino ad un ulteriore 10 per cento”.
Non solo, perché si stabilisce anche che le manifestazioni d’interesse da parte dei soggetti devono pervenire entro 15 giorni dalla pubblicazione dell’avviso e, nel caso di completa assenza di interesse, l’amministrazione può rideterminare il prezzo in ribasso con idonea motivazione. Il regolamento ha avuto ampia convergenza da destra a sinistra, anche se restano da migliorare – ed è un impegno che si è assunto personalmente il sindaco Francesco Paolo Ricci – tutte le modalità sulla pubblicità al momento di vendita degli immobili (articolo 18 per intenderci) e aspetto sollevato da Francesco Natilla.
Il rammarico: si poteva e doveva fare prima. Con il disco verde al provvedimento, un po’ di questioni sono tornate a galla. Il regolamento, infatti, recepisce le stesse modifiche che un anno e mezzo fa, l’allora consigliere del Partito democratico Domenico Pinto (oggi presidente dell’assemblea cittadina) aveva voluto inserire trovando, però, il parere negativo tecnico (era davvero tecnico?) degli uffici e non solo. Martedì, però, tutto è filato liscio.
“Fa piacere – è la voce proprio di Pinto – che a distanza di tempo gli uffici abbiano recepito sostanzialmente quelle modifiche che allora, come oggi, e non c’era alcun parere tecnico che potesse argomentare veramente in senso contrario, erano improntate al solo buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione. Perché allora, come oggi, non c’era alcun interesse personale da parte del sottoscritto”.