Domenica 23 aprile 1995 si ritornò a votare per rinnovare il consiglio provinciale e regionale. Furono le prime elezioni regolate dalla legge Tatarella, detta anche Tatarellum, ideata per regolare il sistema elettorale delle regioni italiane a statuto ordinario. Prendeva il nome dal suo primo firmatario, il deputato pugliese di Alleanza Nazionale e già ministro Giuseppe Tatarella. Impresse una svolta maggioritario e presidenziale al sistema di governo delle regioni italiane.
L’appuntamento elettorale del 1995 fu un vero e proprio banco di prova di nuove e più stabili coalizioni, dopo la caduta del primo governo Berlusconi e la probabile (poi verificatasi effettivamente) fine prematura della legislatura in atto.
Fu l’anno in cui nacque l’Ulivo di Romano Prodi, prima coalizione di centrosinistra. E fu anche l’anno in cui nacque, nel centrodestra il Polo per le Libertà, dopo l’abbandono della Lega Nord che, infatti, in alcune regioni, anche a Sud, se pur con altri nomi, si candidò a sinistra.
In ben nove regioni a vincere furono coalizioni di centrosinistra, mentre in sei regioni vinse la coalizione di centrodestra. Tra queste la Puglia, dove vinse il candidato Salvatore Distaso, che governò fino al 2000
Al suo interno, la lista formata da Forza Italia e Polo Popolare fu la più votata, raggiungendo il 20,71% e ottenendo 12 seggi. Immediatamente dopo, Alleanza Nazionale, con il 20,41% (11 seggi), Centro Cristiano Democratico (5,63% e 3 seggi), Ambiente Club (0,77%). In totale 26 seggi.
La coalizione di centrosinistra, con Luigi Mirenzi Ferrara come candidato, invece, ottenne 25 seggi. Al suo interno, a farla da padrone il Pds, con il 22,13% (12 seggi). Poi Rifondazione Comunista (8,11% e 4 seggi), Popolari (7,80% e 4 seggi), Patto dei Democratici (5,77% e 3 seggi), Federazione dei Verdi (2,64% e 1 seggio) e la lista formata da Laburisti, Socialdemocratici e Pri (2,18% e 1 seggio). Nessun seggio, infine, per la Lega Italia Federale, la lista che la Lega Nord si presentò tra il ’93 e il ’95, nelle regioni del sud Italia e che, quell’anno, in Lazio, Puglia e Calabria, si presentò in coalizioni di centrosinistra.
Niente seggi per la coalizione formata da Lega Azione Meridionale (2,17%) e Fiamma Tricolore (0,56%), e per quella formata dalla sola Lista Pannella (1,47%).
A Bitonto, invece, come da tradizione, fu il centrosinistra a raccogliere più suffragi, con il Pds che arrivò a quota 31,03%. Rifondazione Comunista ottenne l’8,68%, il Patto dei Democratici il 7,62%, i Popolari il 3,69%, la Federazione dei Verdi il 2,08%, i Laburisti Socialdemocratici Repubblicani l’1,21%, la Lega lo 0,20%.
A destra, Forza Italia e Polo Popolare ottennero il 18,01%, Alleanza Nazionale il 17,24%, il Centro Cristiano Democratico il 4,02%, Ambiente Club lo 0,91%.
La lista Pannella si fermò al 3,81%, mentre Fiamma Tricolore al 1,45%.
Al consiglio regionale risultò eletto Angelo Domenico Colasanto (Pds), che ottenne 4286 voti.
Alla Provincia, fu sempre il centrodestra a vincere, eleggendo a presidente Francesco Sorrentino, giornalista e imprenditore, che rimase in carica fino al ‘99.
A Bitonto fu sempre il centrosinistra a primeggiare. In testa il Pds (27,94%), poi Rifondazione Comunista (7,82%), il Patto dei Democratici (6,86%), i Popolari (3,32%), i Verdi (1,87%), i Laburisti (1,09%), Lega Italia Federale (0,18%).
Al centrodestra Alleanza Nazionale ottenne il 15,53%, Forza Italia Polo Popolare il 16,22%, il Ccd il 3,62%, Ambiente Club lo 0,82%.
Risultò eletto consigliere Francesco Carelli, sempre Pds, che ottenne 5014 voti.
Una vittoria enorme per il centrosinistra di Bitonto. Tanto che Franco Amendolagine, sulle pagine dei suo “da Bitonto” parlò di “coordinato bitontino tutto rosso”, in riferimento alla presenza contemporanea di un sindaco di sinistra (Kühtz), di un consigliere regionale e uno provinciale del Pds: «Bitonto ha voluto così confermare la sua vocazione di sinistra, eleggendo il Pds partito di maggioranza relativa. La destra cittadina, che con l’azzurro e/o il bianco a livello regionale ha vinto questa consultazione elettorale, non dovrebbe contrastare l’azione del “coordinato rosso” bitontino, bensì dovrebbe essere costruttivamente il pungolo».