Come leggere la mafia pugliese – e l’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia – dal punto di vista dei territori?
Ci hanno provato dall’associazione “Avviso Pubblico” che, all’interno della sala consiliare della Città Metropolitana di Bari, hanno commentato i dati alla presenza degli studenti del liceo “G. Bianchi Dottula” e dell’IISS “Giulio Cesare” di Bari.
La mafia foggiana, secondo i dati emersi dall’ultima relazione della Dia, è diventata un’emergenza nazionale. I clan dimostrano una particolare ferocia, ma sanno anche stare al passo coi tempi e hanno un fiuto imprenditoriale che fa assomigliare il loro percorso “evolutivo” simile a quello della ’ndrangheta.
Ed è proprio su questo report che si sono confrontati amministratori locali ed esponenti di Avviso Pubblico: il vicepresidente nazionale Michele Abbaticchio, Pierpaolo D’Arienzo (coordinatore regionale e sindaco di Monte Sant’Angelo), Davide Carlucci (coordinatore per la Città Metropolitana di Bari e sindaco di Acquaviva), Angelantonio Angarano (sindaco di Bisceglie), Armando Grassi (coordinatore per la provincia di Taranto), Gianluca Budano (coordinatore per la provincia di Barindisi).
Importante la partecipazione all’assemblea di Giovanni Impastato, fratello minore di Peppino, ucciso dalla mafia nel 1978. Giovanni ha raccolto l’eredità e portato avanti la lotta che il fratello aveva cominciato a intraprendere. È tra i fondatori di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, impegnata nella sensibilizzazione e nel contrasto alla criminalità organizzata.
La sua voce accorata e sincera racconta il conflitto di chi ha vissuto la mafia e l’antimafia all’interno delle mura domestiche, e la successiva battaglia nel nome della legalità e della verità. «A me dispiace tantissimo confermare che la mafia non è un antistato: è dentro, all’interno, nel cuore dello Stato per quanto riguarda la realizzazione delle grandi opere pubbliche, il sistema degli appalti, la gestione del denaro pubblico e, soprattutto, i rapporti con la politica – ha detto Impastato -. L’obiettivo è cercare di far funzionare leggi importanti come la 109 sulla confisca dei beni, la legge antiracket, leggi che impediscono l’infiltrazione. Perché non basta più lo scioglimento di un consiglio comunale: la gente deve fare delle scelte di un certo tipo, deve scegliere quelle persone che debbono essere degne di andare a rappresentare le istituzioni».
La mafia esiste, c’è, anche nella città di Bari, «è subdola si inserisce in maniera anche pervicace, si insinua nell’amministrazione pubblica, nella politica, nelle attività economiche, come dimostra anche l’ultimo rapporto della direzione investigativa antimafia – ha detto il presidente nazionale dell’Anci e sindaco della Città Metropolitana di Bari, Antonio Decaro -: è quindi importante parlare del contrasto alla criminalità e dell’importanza del rispetto delle regole e della legalità anche nelle piccole cose».
In ultimo c’è stato l’appello di Abbaticchio: «La legalità riteniamo fondamentale diventi materia obbligatoria nel Piano di Offerta Formativa di tutte le scuole. Non è possibile che i ragazzi non conoscano la storia di Impastato, di Pio La Torre, e di come siamo arrivati a questo punto».