“Chiediamo che il Comune offra, anche con un nostro ulteriore pagamento, una vigilanza al fine di non spegnere le luci delle nostre attività”
Prima il furto in appartamento, subito dopo il funerale del papà a novembre, e poi la scorsa settimana- dopo un mese e mezzo – il negozio di famiglia è stato trovato sottosopra. Sembra non ci sia pace per il signor Stefano Tota e la sua mamma che da mesi sono nel mirino dei malviventi che provano a raccattare il possibile. Sono entrati nel negozio di cappelli Coppola, nei pressi della villa Comunale, da un terrazzino esterno con una fiamma ossidrica rischiando di far incendiare l’intero negozio e persino il palazzo e hanno portato via oro e soldi. “Era tutto l’oro di famiglia e per questo siamo molto dispiaciuti – ci racconta il signor Stefano -, ma stiamo a raccontare di una tragedia scampata: sono entrati nel negozio con una fiamma ossidrica e tutto poteva prendere fuoco. C’è una sedia che si è bruciata, ma qui è tutto di legno, ci sarebbe voluto un attimo per incendiare tutto, persino il palazzo”.
Ma ora la mamma di Stefano è terrorizzata, vive nella paura, e non sa se tornerà ad aprire ancora il negozio che dagli anni ’60 è nel commercio cittadino: “Lei ha 73 anni, vive ormai nella paura, e anche quando veniva qui, si chiudeva a chiave dietro. Come fanno, purtroppo, moltissimi altri commercianti anche su strade più centrali della città. Perché si ha paura. E quando entrano in casa, nel proprio negozio, sembra di subire una violenza: anni di sacrifici buttati in fumo. Diventano solo scartoffie tra denunce, inventari, e dolori che non vanno più via”.
Quello subito dalla cappelleria Cassano è solo uno dei tanti assalti avvenuti nell’ultimo periodo a Bitonto. Da metà dicembre è stato svaligiato un centro orologi e uno di telefonia in via Mazzini e via Matteotti e altre due volte è stato tentato il furto ad un distributore di benzina sulla Sp231. Molte volte, l’assenza di telecamere sulla pubblica via, il buio e i volti travisati dei malfattori, rendono complicato anche il riconoscimento e l’individuazione da parte delle forze dell’ordine. Allora il grido d’allarme dei cittadini si fa forte: più vigilanza e attenzione per i commercianti che tengono vivo il tessuto imprenditoriale.
“Al Comune paghiamo centinaia di tasse ogni anno – conclude Stefano -. Ed è giusto sia così, è giusto pagare, ma noi vogliamo più vigilanza. Saremmo anche disposti a pagare, tutti quanti, una quota mensile per avere una vigilanza notturna, che passa, controlla, funga da ‘assistenza’. I commercianti vanno coccolati, altrimenti finiremo per chiudere uno per volta. Finiremo per far spegnere la luce del commercio in città. E sarebbe un gran peccato”.