“Gesù è la luce del mondo”, così lo definiscono tutti i vangeli.
Con queste parole ha iniziato la sua omelia ieri Mons. Francesco Cacucci.
L’arcivescovo di Bari-Bitonto ha celebrato la sua ultima messa di Natale, prima di consegnare il testimone a Mons. Giuseppe Satriano, nella nostra Cattedrale.
Il suo è stato un messaggio di speranza, un invito a riscoprire la luce anche in un momento come questo, dominato dal buio della pandemia.
“Gesù non è altro che la luce di Dio stesso. Lui era la vera luce che viene in questo mondo. Le tenebre non l’hanno vinta. Una volta che Gesù, il figlio di Dio benedetto, co-eterno con il padre, è diventato uno di noi, piccolo come noi, tutti noi siamo avvolti della sua luce, come i pastori quando sono andati a Betlemme”.
In un mondo segnato dal peccato, dal delirio di onnipotenza, che è proprio dell’uomo, l’augurio di Cacucci è che “Dio voglia che questo periodo ci aiuti a ricordarcelo anche in seguito, perché per vivere la speranza noi dobbiamo collegare la memoria con la fedeltà al presente e con lo sguardo verso il futuro. Questo è importante che parta da una visione di fede, perché con la nostra sola intelligenza, con la nostra sola buona volontà è facile che una volta superata anche la pandemia, tutto ricominci secondo i nostri criteri, che sono spesso criteri di tenebre che non accolgono la luce”.
“Ma Gesù continua ad essere la luce. Anche oggi, anche quest’anno, anche in questo Natale, ci illumina. Vuole che diventiamo sempre piccoli, come i pastori e i piccoli che sono avvolti di luce. La semplicità, la piccolezza di Maria, Giuseppe, Gesù, devono entrare sempre più nel nostro cuore, nella nostra mente. E allora ci accorgeremo che anche quando le tenebre sembrano prevalere, la parola finale è della luce. E questo deve aprire continuamente il nostro cuore alla speranza”.