Bande musicali, basse bande, street band, sbandieratori, gruppi folkloristici, fuochisti e operatori delle luminarie sono tornati a far sentire la propria “voce”.
Se l’allentamento delle misure restrittive, imposte dalla pandemia da Covid19, ha permesso a molte categorie di poter tornare in campo, non lo stesso può dirsi del settore Feste patronali.
I lavoratori del comparto sono ormai fermi da mesi e nulla si sa sul loro futuro.
Domenica, dunque, alle ore 19 circa 50 gruppi italiani hanno partecipato a distanza al flash mob “Festa sia”.
Nella nostra città, l’associazione “Davide delle Cese” è tornata a sfoderare gli strumenti per far riascoltare la propria musica. Non tra le strade, dove si spera possa tornare presto, ma “nascosta” dietro il cancello dell’ex Istituto Maria Cristina, proprio per evitare assembramenti.
Alla protesta pacata e pacifica, a tutela delle feste patronali, ha partecipato anche il gruppo folkloristico “Re Pambanélle”.
“L’obiettivo – ha spiegato Vito Vittorio Desantis – è portare all’attenzione delle istituzioni politiche e religiose il nostro mondo che, a causa delle restrizioni dovute all’emergenza Covid19 ha subito uno stop totale. Ci sembra di essere un po’ dimenticati, eppure il patrimonio immateriale della nostra tradizione è di un valore inestimabile”.
“Sarebbe opportuno che le bande unite rivendichino i proprio dritti e collaborino, sia pur nel rispetto delle misure di prevenzione del Coronavirus. Non possono essere abbandonate. Ci si riunisca in un tavolo tecnico per poter sostenere la loro attività e per non bloccare le tradizioni plurisecolari delle Feste patronali e musicale della nostra terra, che da anni identificano il tempo della società meridionale”.