Dal giornalista Nicola Lavacca riceviamo e volentieri pubblichiamo un ricordo dell’ex attaccante neroverde, Anni ’60, Franco Chimenti che gli ha affidato un messaggio augurale per la promozione in C del Bitonto
Il bomber per antonomasia, il fromboliere dalle indiscutibili qualità balistiche, l’uomo dai gol impossibili che ha lasciato una traccia indelebile nella storia del Bitonto. Franco Chimenti è stato un autentico numero uno dei tempi andati in cui i giovani spesso crescevano a pane e pallone. Ancora oggi, in quasi cento anni di calcio neroverde, per i tifosi che lo ricordano resta un mito, l’emblema di un passato che racconta le sue intrepide gesta tecniche e le memorabili prodezze impreziosite da una vena prolifica che venne alla luce in quella indimenticabile stagione ‘67-‘68 allorquando il Bitonto conquistò la prestigiosa promozione in serie D – IV serie. Nato a Bari nel quartiere Libertà cominciò a tirare i primi calci a quel cuoio sdrucito sul campo del Redentore. Lì, aveva visto giocare Biagio Catalano che era il suo idolo. A 16 anni entrò a far parte del settore giovanile biancorosso, partendo dagli allievi fino alla Primavera. Strano a dirsi, faceva il difensore. Appena 20enne andò in prestito al Putignano, successivamente durante il militare fece una decina di partite con i piemontesi della Fossanese.
Nel frattempo trovò lavoro alle Officine Calabresi come fabbro saldatore. Il Bari lo cedette al Bitonto nell’estate del 1967. Fu la prima svolta della sua carriera. In quella squadra vincente e ardimentosa giocavano: Papa, Barberio, Cormio, Sciancalepore, Perrini, Sgherza; De Michele, Casalino, Carlucci, Licinio, Chimenti. Il dodicesimo era il giovanissimo guardiapali Di Mundo (all’epoca si poteva portare in panchina un solo giocatore, solitamente il secondo portiere). Nel finale di stagione esordirono anche l’imberbe Suriano e Giampalmo. Franco Chimenti stufo di fare il terzino, cercò fortuna in attacco anche perché sapeva farsi valere in area avversaria ed era dotato di un tiro potente. L’allenatore-giocatore Sciancalepore decise di spostarlo in posizione avanzata. Il vero centravanti era Carlucci abile soprattutto nelle sue proverbiali rovesciate, ma Chimenti partì lancia in resta e cominciò a farsi largo a suon di gol infiammando la platea. Il Bitonto vinse il campionato di Prima categoria – girone A (una sorta di Eccellenza di oggi sdoppiata) con 50 punti, precedendo il Putignano (42). Franco Chimenti, autentico trascinatore e uomo dalla tempra forte, segnò 19 reti laureandosi capocannoniere assoluto. L’anno dopo in serie D ne realizzò15. Quella contro il Bisceglie su punizione al novantesimo fu straordinaria e decisiva per la salvezza. Poi, l’esperienza con il Trani: 34 reti in tre stagioni culminate nel salto in C. Ma, il bello doveva ancora venire. Nel 1972 passò alla Sambenedettese (“fu la mia fortuna perché a San Benedetto del Tronto ho raggiunto il massimo da calciatore e messo su casa e famiglia” ha sempre raccontato). Otto stagioni in maglia rossoblù (93 gol in 264 partite) e quella eccezionale promozione in B (’73-’74) quando divenne capocannoniere totalizzando 23 reti. Durante le 6 annate nella cadetteria, l’attaccante-corazziere ambidestro dal tiro saettante e dotato anche di una formidabile elevazione fu spesso ad un passo dalla serie A. Ricevette richieste da Sampdoria, Verona, Napoli, Como, Ascoli e persino dal Bari. Ma, rimase alla Samb. Una volta dopo un gol alla Juve in Coppa Italia ebbe tantissimi complimenti da Trapattoni e Zoff. Anche il mitico Gigi Riva lo ricoprì di elogi regalandogli la sua maglietta. Franco Chimenti, che ha compiuto 75 anni il 5 giugno scorso, vive a San Benedetto del Tronto con la moglie. Uno dei suoi tre figli, Antonio è stato il portiere di Juve, Roma, Lecce.
Questo il suo messaggio di augurio che ha voluto affidarmi per il traguardo raggiunto dall’Usd Bitonto:
“Sono molto grato al Bitonto che allora mi diede la possibilità di giocare in una squadra fortissima e di potermi allenare a seconda dei turni di lavoro che facevo alla Calabrese. Ho sempre seguito le vicende calcistiche dei neroverdi, specialmente in questa stagione. Sono un patito del Televideo e quando ho visto il Bitonto in testa alla classifica sono rimasto piacevolmente sorpreso. Francamente la formazione allenata da Taurino mi ha sbalordito, soprattutto per essere riuscita ad avere la meglio su compagini blasonate e agguerrite come Foggia, Taranto, Cerignola, Casarano, la stessa Fidelis Andria e la Nocerina. Un collettivo ben organizzato che ha meritato la storica promozione in C. Provo una grande gioia. Un plauso vorrei farlo al presidente Francesco Rossiello che, a quanto ne so, è una persona seria e molto preparata. La nuova sfida sarà sicuramente esaltante e impegnativa. Il campionato di serie C è molto duro, specie il girone meridionale. Se il Bitonto ha dominato in D, vuol dire che disponeva di un organico tecnicamente valido, omogeneo e compatto. Pertanto, il consiglio che mi sento di dare, avendo avuto anche un passato da allenatore e dirigente a livello professionistico, è quello di non stravolgere il gruppo inserendo quei 3-4 giocatori esperti della categoria che possano garantire il salto di qualità. L’importante è avere una forte cerniera centrale, una spina dorsale solida: due in difesa, uno a centrocampo e un altro in attacco dove credo che Patierno sia in grado di fare la differenza anche in C visto il numero dei gol che ha realizzato in questi ultimi anni. Il mio auspicio è che il Bitonto possa continuare a mietere successi e magari chissà fare un ulteriore balzo in avanti. Nel mio cuore c’è sempre un posto per i colori neroverdi. Saluto tutti i tifosi, la cittadinanza e abbraccio con affetto i miei vecchi compagni di squadra e gli amici, nel ricordo di coloro che non ci sono più, con i quali ho vissuto intense emozioni e momenti indimenticabili. So che il prossimo anno ricorrerà il Centenario del calcio neroverde, un evento unico, storico e irripetibile. Spero di poter esserci e farò di tutto per tornare a Bitonto, magari per assistere ad una partita della squadra in C”.
Franco Chimenti