di Donato Rossiello, Nico Fano
Vi siete resi conto di aver accumulato un piccolo gruzzolo di denaro che temete trabocchi dalle tasche, oppure vi siete scoperti unici beneficiari dell’eredità di uno sconosciuto parente d’America ormai andato, o – non so – avete finalmente trovato un lavoro che possa garantirvi uno stipendio a “regola d’arte”? Bene, vi starete chiedendo se l’accumulo dei soldi sotto il mattone traballante della cucina sia ancora l’unica soluzione sicura per i vostri risparmi! In alternativa ci sarebbe il materasso.
In realtà esiste un’ulteriore risposta, altrettanto garantita, che possa farvi dormire sonni tranquilli, ovvero l’apertura di un conto corrente. Come fare?
Il primo criterio fondamentale per una scelta oculata della banca è abbastanza intuitivo: la sicurezza, espressa attraverso degli indici di solidità patrimoniale ed il fondamentale CET1 (acronimo per Common Equity Tier). Tecnicamente il CET1 non è altro che il rapporto tra il capitale ordinario versato e le attività ponderate per il rischio e non dovrebbe mai essere inferiore a 8%, soglia al di sotto della quale una banca viene considerata poco solida o sicura perché non deterrebbe abbastanza capitale effettivo. In pratica, possiamo consultare le “pagelle” (denominate risultati del processo di revisione e valutazione prudenziale o SREP) che vengono pubblicate annualmente dalla Banca Centrale Europea, a seguito dell’attività di vigilanza e di valutazione dei rischi per tutti gli istituti di credito.
In seconda istanza vanno valutati i costi di mantenimento di un conto. Stiamo vivendo in un periodo storico non facile poiché l’introduzione dei tassi negativi ha di fatto causato un aumento dei costi dei conti correnti, pari a +4,8%. Ormai son sempre più rare le occasioni di poter aprire un conto a canone zero.
La ragione è sintetizzabile nei minori rendimenti di quel denaro che le banche hanno in deposito presso la BCE, quindi l’insorgenza di perdite finisce poi col gravare sul cliente finale.
A tal proposito, dallo scorso 8 gennaio 2020 è stato introdotto un Indicatore Complessivo dei Costi bancari (ICC) utile a scopo informativo/documentale, costituendo un eccellente criterio di scelta.
L’ultimo ma non banale punto d’analisi è quello relativo alla flessibilità, sia per quanto riguarda l’accesso informativo, attraverso app e funzioni home banking, che per l’utilizzo pratico del conto, con possibilità di prelievo gratuito del denaro da tutti gli sportelli o istituiti bancari.
Immaginiamo il nostro attempato zio Chelino durante un’affannosa ricerca di funghi nelle sperdute campagne di Minervino Murge. All’improvviso, si ricorda di dover acquistare un gallone di miscela per il suo Califfone Atala ma ha dimenticato i contanti. Deve prelevare. Sappiamo tutti quanto l’idea di dover pagare 5 euro di commissione lo mandi in bestia. “So’ cingheeéure!” [cit.]
Attraverso questa guida pratica, nutriamo la speranza che anche quello zio scelga un conto con facilità e chiarezza ma anche con cura e criterio.