Candidature contestate, voti fantasma, scrutatori che si dimettono. L’Ordine degli psicologi della Puglia finisce nella bufera, e c’è chi ha chiesto anche di annullare le ultime elezioni effettuate. Quelle del mese scorso, che hanno visto trionfare il bitontino Vincenzo Gesualdo, già assessore comunale alla Pubblica istruzione un paio di anni fa ed ex numero due dell’Ordine regionale.
Tutto questo ha spinto Fulvio Giardina, presidente del Consiglio nazionale, nel chiedere al ministero della Salute il commissariamento dell’Ente. Secondo la sua relazione, infatti, ci sarebbero state irregolarità nelle procedure di voto, culminate nell’annullamento di circa 500 voti espressi per corrispondenza sul totale di circa 1.900 (a fronte di 5.700 iscritti). La procedura, infatti, rende infatti possibile il voto tramite raccomandata, che nella prassi si traduce nel ruolo di alcuni delegati che si occupano di raccogliere in busta chiusa i voti e di portarli al seggio elettorale dove, però, qualcosa, pare, non sarebbe funzionata come doveva.
Il presidente, inoltre, avrebbe anche ricostruito una situazione piuttosto burrascosa. A partire dalla candidatura del presidente uscente Antonio Di Gioia, presentata nonostante il professionista avesse già raggiunto il limite dei due mandati e quindi ritirata “non senza polemiche”. “La segreteria del Consiglio territoriale – è detto nel documento, e riportato ieri da “La Gazzetta del Mezzogiorno” – è stata chiusa durante le operazioni elettorali, impedendo così sia il ritiro che la consegna dei plichi per il voto postale”, che la presidente di seggio prima rifiutava e poi accettava, salvo poi dimettersi. Un pasticcio, appunto, perché lo stesso Consiglio nazionale dell’ordine – dopo le rimostranze di alcuni iscritti – ha chiesto una serie di chiarimenti, invitando più volte Di Gioia a sospendere le operazioni. Cosa che, a quanto pare, non sarebbe stata fatta.
Gli sconfitti, allora, sono sul piede di guerra per quei 500 voti non accettati a fronte di uno scarto con i vincitori di poco più di 200 voti.
La palla, adesso, è nelle mani del ministero della Salute.