Nessuna novità sul fronte occupazioni abusive nella nostra città. Il Decreto Sicurezza approvato alla fine dello scorso anno contiene un inasprimento delle pene per chi occupa abusivamente immobili pubblici o privati. Per contrastare questa problematica, il capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno Matteo Piantedosi, con una circolare inviata il 1° settembre 2018 a tutti i prefetti d’Italia, aveva già fornito nuovi indirizzi operativi.
Fra questi, il Viminale chiedeva che venisse fatto un censimento finalizzato all’identificazione degli occupanti, con particolare riguardo alla presenza all’interno degli stessi di minori o altre persone in condizioni di fragilità, oltre alla verifica della situazione reddituale. La ricerca doveva essere condotta sotto la regia dei Servizi Sociali dei Comuni e, dove necessario, con l’ausilio dei soggetti del privato sociale. Nel caso di Bitonto, il censimento è stato affidato al Servizio Patrimonio, secondo quanto riferisce Gaetano De Palma, assessore al welfare e ai servizi sociali. Così sono stati individuati gli immobili occupati sine titulo, ovvero senza diritto, e si è dato mandato all’Avvocatura di studiare i diversi casi. «Il problema è – continua De Palma – che, secondo la circolare Minniti del 1° settembre 2017, è compito del Comune farsi carico delle famiglie fatte sgomberare, ma la legge non ci concede né strumenti operativi né strumenti finanziari per farlo, dal momento che sarebbero ingenti le spese da destinare a questo fine».
Fra le situazioni di occupazione abusiva più significative da segnalare, a detta dell’assessore, spicca quella dell’ex-convento dei Paolotti, nel centro cittadino, dove ci sono una decina di nuclei famigliari. Una struttura che, peraltro, rientra nel piano di alienazione delle opere pubbliche. A questa si aggiunge l’occupazione dei locali del piano terra del Liceo Classico “Carmine Sylos”. La situazione che riguarda le case popolari della 167 invece è di responsabilità dell’Arca (Agenzia Regionale per la Casa e l’Abitare), secondo quanto riferito da De Palma. «In questi casi – aggiunge – il Comune è tenuto a garantire solo l’assistenza sociale delle fragilità e la presenza della Polizia Locale durante le operazioni di sgombero».
De Palma sottolinea come la maggioranza dei nuclei familiari in questione, fatta eccezione per i casi di minori e invalidità, non gode di alcun contributo comunale, secondo una precisa volontà politica manifestata dal sindaco sin dal suo insediamento. «Inoltre – conclude l’assessore – tutte le famiglie sono state periodicamente invitate a sgomberare gli immobili, in cambio di un contributo comunale per l’affitto in una nuova casa, garantito per un certo numero di mensilità».
«Per quanto concerne gli immobili di proprietà comunale – ribadisce il sindaco Michele Abbaticchio – nulla è cambiato rispetto a quando ci siamo insediati per la prima volta nel 2012». Contro gli abusivi sono state intentate delle cause giudiziarie, attualmente ancora in corso. «Non ci sono state nuove occupazioni – tende a precisare il primo cittadino – nelle proprietà comunali da quando ci siamo insediati». Caso a parte invece per gli immobili la cui responsabilità non fa capo al Comune, che hanno visto nuove occupazioni. È il caso dell’istituto “Maria Cristina”, il cui riferimento è la Regione. Qui alcuni locali furono occupati abusivamente alla vigilia del Ferragosto del 2017 da alcune famiglie, con minori a carico, che avevano subito uno sfratto. «Esse furono denunciate e rifiutarono le alternative proposte dall’amministrazione comunale, nonostante l’interlocuzione con il loro avvocato» conclude Abbaticchio.