Us
Bitonto – Casarano è la partita della vergogna.
Ufficialmente
non si è disputata per “motivi burocratico-amministrativi non
imputabili alle società”.
In
realtà, però, il danno è ben altro.
Già,
perché quando una gara di calcio non si disputa perché una delle
due compagini non provvede (non perché non vuole, ma per causa anche
di un’eccessiva rigidità burocratica e per mancanza di un pizzico di
buon senso), siamo davvero alla frutta. Anzi, alla buccia.
Us
Bitonto – Casarano, allora, è durata dalle 15.40 alle 16.30.
Rigorosamente negli spogliatoi. Il tempo di accertare che la squadra
neroverde non avrebbe potuto pagare “come doveva” (non con
contanti, ma con assegni o bonifici) una riscossione coattiva di 525
euro. Di cui – giura la società e in primis il presidente
Francesco Paolo Noviello – nessuno ha mai saputo l’esistenza.
I
fatti. Per raccontare quello
che è successo in una incredibile domenica delle Palme, ci affidiamo
al comunicato diramato ieri sera dall’Us Bitonto.
«La
scrivente U.S. Bitonto Calcio 1921, con la presente nota. intende
illustrare le motivazioni circa la mancata disputa della gara U.S.
Bitonto – S.S.D. Casarano Calcio valida per la 13°giornata del
Campionato regionale di Eccellenza pugliese.
L’arbitro,
Palmisano di Taranto, non ha dato avvio alla partita, poiché
richiedeva che la società U.S Bitonto, prima del fischio di inizio,
procedesse a mostrare l’avvenuto pagamento dell’ammenda comminata
nel Comunicato Ufficiale n. 56 del 26.02.2015 o che provvedesse a
consegnare nelle sue mani un assegno bancario di € 525,00 ad
estinzione della suddetta ammenda.
La
scrivente società nulla sapeva in merito a questa scadenza
perentoria, poiché non ha ricevuto alcuna notifica da parte degli
Organi Federali né per via telefonica, né per via di posta
elettronica, né per via di posta raccomandata.
L’U.S.
Bitonto avrebbe tranquillamente pagato in settimana l’ammenda,
tanto che il Presidente Noviello aveva già pronta la somma da
erogare.
Peraltro,
l’U.S. Bitonto, ignara quindi di dover ottemperare necessariamente
entro le ore 16.15 (considerati i 15 minuti di tolleranza ex C.U.
n.62 del 27.03.2015), veniva informata non subito al momento
dell’arrivo della terna arbitrale, ma soltanto circa mezz’ora
prima dell’inizio della partita.
Nonostante
la ridottissima tempistica, la società si adoperava immediatamente
per consegnare all’arbitro la somma di € 525,00.
Vi
era la disponibilità di tale importo in moneta contante che il sig.
Palmisano, rispettando il regolamento, rifiutava, ma che la società
intendeva consegnare alla presenza del sostituto commissario di P.S.
dr. Antonio Limongelli in attesa che arrivasse il Presidente Noviello
con l’assegno bancario di lì a breve.
Alle
ore 16.30 un altro dirigente dell’U.S. Bitonto si recava nello
spogliatoio dell’arbitro per consegnargli l’assegno al fine di
poter dare avvio alla gara alla presenza delle Autorità di P.S.,
ricevendo un netto rifiuto, poiché erano decorsi i 15 minuti di
tolleranza.
Sempre
nell’arco di tempo tra le 16.00 e le 16.30 persino il Sindaco di
Bitonto, Michele Abbaticchio, e l’Assessore allo Sport, Domenico
Nacci, si recavano dall’arbitro per garantire che nel corso
dell’intervallo avrebbe ricevuto l’assegno, ma che, come
suggerito anche dalla Polizia presente, era opportuno iniziare la
partita per motivi di ordine pubblico, poiché sugli spalti vi erano
circa 600-700 spettatori e che quindi una decisione di non far
giocare avrebbe potuto comportare disordini.
Nel
frattempo, il direttore sportivo dell’U.S. Bitonto, Francesco
Morgese, il Sindaco e l’Assessore, a più riprese cercavano di
contattare il Presidente del Comitato Regionale Puglia, Vito Roberto
Tisci, affinché egli potesse sbloccare la situazione.
Ma
il Presidente era irrintracciabile.
Vi
sono persino degli sms dell’assessore Nacci a testimonianza.
Veniva
così contattata Diletta Mancini della FIGC, affinché ella potesse
contattare Tisci; Morgese contattava il numero verde AIA cui
rispondeva il Cursi per illustrare la situazione critica.
Ma
nessuno di essi riusciva a sbloccare la situazione.
Alle
ore 16.45 circa Palmisano comunicava che la gara non avrebbe avuto
luogo per “ordini dei suoi superiori”.
La
società U.S. Bitonto, alla luce di tutto quanto sopra esposto – che
può essere confermato dalle persone citate (dr. Abbaticchio, dr.
Nacci, dr. Limongelli in particolare) – promuoverà reclamo avverso
la mancata disputa della gara, chiedendo che non venga
omologata col risultato di 0-3 a favore della S.S.D. Casarano Calcio,
ma che vi sia la ripetizione della partita, poiché, si ribadisce,
non informata riguardo la scadenza perentoria dell’ammenda(peraltro, pagata con bonifico alle ore 19.00 del 29.03.2015 a
dimostrazione che i soldi c’erano e ci sono).
Quindi
si ravvede la chiara insussistenza della causa che non ha permesso la
normale disputa della partita.
Non
vi è alcuna traccia di una lettera raccomandata della FIGC – LND
Comitato Regionale Puglia indirizzata alla sede U.S. Bitonto di via
Dante, 33 – 70121 Bari, in cui si intima alla scrivente società di
ottemperare al pagamento dell’ammenda.
Pertanto,
si chiederà che venga fatta chiarezza in merito al suddetto avviso
postale, poiché nessuno dei dirigenti tesserati dell’U.S. Bitonto
ha mai ricevuto né tanto meno controfirmato per ricevuta una
raccomandata dal Comitato Regionale Puglia con l’intimazione al
pagamento dell’ammenda.
In
tutta questa triste storia, forse unica nel panorama calcistico
nazionale, preme evidenziare il comportamento corretto di entrambe le
tifoserie che hanno accettato la mancata disputa con profonda
indignazione verso una burocrazia che così “uccide” questo
sport.
Inutile
rimarcare la profonda mortificazione di calciatori, addetti ai lavori
ed anche della terna arbitrale, che appariva impotente dinanzi ad una
decisione da prendere, e di tutti coloro erano accorsi allo stadio
“Città degli Ulivi”.
Con
un po’ di buon senso, gli atleti sarebbero scesi in campo e ci
sarebbe stato il vero spettacolo e non un teatrino dell’assurdo
come purtroppo accaduto».
Le
conseguenze. Cosa accadrà
adesso? In attesa di capire le decisioni del giudice sportivo, rimanela bruttissima immagine che ieri è stata data del calcio cittadino in tutto il
tacco d’Italia.
E che nessuno, per tanto tempo, potrà rimuovere.