Si è tenuto ieri, nel campo sportivo “Città degli Ulivi”, il primo Trofeo “Michele Castellaneta”, un’iniziativa organizzata dalla Fondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano” e da “L’Abbraccio”, associazione di volontari per la cura e l’assistenza agli ospiti dell’Hospice “Aurelio Marena”.
Nell’ambito del memorial day, è stato organizzato un torneo quadrangolare di calcio, che ha visto la partecipazione di quattro squadre: consulenti aziendali e del lavoro dell’Assocal, avvocati, ingegneri e architetti insieme, e, infine, docenti.
L’evento è nato per ricordare Michele Castellaneta, l’ingegnere che progettò l’edificio dell’Hospice, scomparso qualche mese fa, e per promuovere l’attività svolta all’interno della struttura.
“Ci occupiamo dei malati inguaribili, ma non incurabili. Il nostro scopo è portare la vita anche nei loro occhi – ci riferisce Maria Castro, responsabile dell’associazione L’Abbraccio –. I pazienti sono seguiti da un’equipe di medici, infermieri, psicologi, operatori socio-sanitari, terapisti del corpo e da 32 volontari impegnati nell’Hospice, in cui vengono praticate le cure palliative, che mettono al centro l’ammalato e i suoi bisogni. I volontari si occupano di dare risposte ai bisogni relazionali degli ammalati, specialmente laddove manca il supporto della famiglia. Forniamo i pasti, gestiamo una biblioteca, perché pensiamo che la lettura possa suscitare in loro attenzione verso la vita. Offriamo momenti di svago con musica e spettacoli. Quattro volontari sono, inoltre, ministri straordinari impegnati nell’accompagnamento spirituale”.
Ma l’assistenza all’ammalato può esplicarsi anche nei gesti apparentemente più piccoli, come una carezza, che, come precisa la Castro, è una pratica finalizzata ad alleggerire tensione e dolore fisico, specialmente quando non basta più la parola.
“Tutti i volontari sono formati sia prima di iniziare l’attività, che in itinere, secondo le norme dettate dalla legge 38/2010 – conclude il responsabile -. Fine ultimo della nostra associazione è diffondere il diritto all’accesso gratuito alle cure palliative, che servono per dare dignità all’assistito fino all’ultimo istante di vita”.
E sulla figura di Michele Castellaneta aggiunge: “E stata una persona attenta a quello che sarebbe stata la funzione della struttura. Ha immaginato la vita dei pazienti nel progettare l’edificio. In quelle pareti non si respira tristezza, ma solidarietà”.
La manifestazione è, dunque, proseguita in serata presso i locali della Fondazione, dove si è tenuta la premiazione della squadra vincitrice, quella degli ingegneri e architetti.
Presenti anche i responsabili della Fratres, che hanno invitato i presenti a donare il sangue.
“I proventi della manifestazione – hanno spiegato gli organizzatori – saranno utilizzati per acquistare ausili sanitari che rendano migliore la permanenza dei pazienti nell’Hospice”.